Aversa. Rischia di essere rinviato a giudizio il prossimo 20 maggio Raffaele Migliaccio, meglio noto come Raffaello, cantante neomelodico. Il noto artista napoletano risulta indagato per aver sparato contro un gruppo di pregiudicati perché gli avevano “rubato” il microfono e non volevano restituirglielo.

La follia. I fatti risalgono a qualche tempo fa, quando Raffaello esplose alcuni colpi di arma da fuoco contro un gruppo di coetanei nel corso di un’esibizione in un ristorante di Teverola. Nel corso della sparatoria ferì un incolpevole cameriere. L’episodio emerse grazie alle indagini della polizia, coordinate dal sostituto procuratore Giovanni Corona, indagini che riguardavano proprio le persone alle quali Migliaccio avrebbe sparato.

L’agguato. Secondo la ricostruzione della procura diretta da Francesco Greco, il cantante sparò perché gli avevano sottratto il microfono e non volevano restituirglielo. L’episodio è saltato fuori perché le stesse “vittime” finirono in prigione nel luglio scorso per reati connessi alla droga. Nel corso delle indagini sullo spaccio, quel momento di follia di Raffaello emerse dalle intercettazioni. Non solo. Addirittura gli stessi pregiudicati meditavano un agguato a Raffaello per vendicarsi della sparatoria.

L’udienza preliminare, tenutasi questa mattina ad Aversa, si è conclusa con undici disposizioni di giudizio abbreviato (tra gli imputati diversi giovani imparentati con esponenti del capoclan Andrea Autiero di Gricignano).

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