Una vicenda dai contorni torbidi ancora da chiarire. L’episodio della presunta violenza sessuale del 25enne nigeriano ai danni dell’operatrice del centro di accoglienza di Giugliano ha scatenato un vespaio di reazioni, anche a livello nazionale. La vittima, intervistata dalla nostra redazione, minimizza, ma il racconto che fornisce non lascia spazio a dubbi: la violenza c’è stata.

Il racconto. Il 25enne, immigrato originario della Nigeria, chiude la porta dell’ufficio dell’operatrice e reclama dei documenti. Poi, in circostanze ancora da chiarire, si abbassa i pantaloni e comincia a fare delle avances: “Sono almeno due anni che non faccio sesso con una donna” le dice. L’assistente cerca di calmarlo. Spaventata, prova a farlo desistere dalle sue intenzioni per almeno mezz’ora. Mezz’ora da incubo, in cui resta chiusa insieme al migrante all’interno della stanza.

L’arrivo dei carabinieri. Il nigeriano continua a toccarsi, si avvicina, cerca di palpeggiarla, la sfiora con le parti intime. Lei si divincola finché un’altra assistente riesce a farsi aprire la porta. Senza farsi notare, l’operatrice gira un foglietto sul quale c’è scritto di chiamare immediatamente i carabinieri. Da quel momento è salva: i militari della Stazione di Varcaturo arrivano e accertano quanto accaduto. Il migrante viene arrestato.

L’INTERVISTA:

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