Confermato il carcere per Aniello Di Biase ‘Paparella’ (difeso dagli avvocati Celestino Gentile ed Alessandro Caserta), Vincenzo Micillo e Domenico Smarrazzo (difeso dall’avvocato Rino Amelio). Questa la decisione del Tribunale del Riesame.

Di Biase, Smarrazzo e Micillo furono arrestati lo scorso 27 luglio dai carabinieri della Compagnia di Giugliano con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Secondo le indagini di militari dell’Arma guidati dal capitano De Lise hanno provato ad estorcere la somma di 5mila euro al titolare di un supermercato. La prima richiesta era stata avanzata da Enis, il 22enne di origine marocchine ucciso lo scorso 21 luglio in via Colonne.

La vittima avrebbe però rifiutato di pagare e sarebbe stata portata al cospetto di Paparella junior, figlio del ras scomparso e probabile vittima di lupare bianca Michele, proprio da Smarrazzo e Micillo. L’imprenditore ha però deciso di non pagare il pizzo “di Ferragosto” e denunciare con coraggio ai carabinieri, che hanno poi fermato i 3 ritenuti ai vertici dell’ala scissionista del clan Mallardo con base nelle palazzine Ina Casa di via Montessori. Nel corso dell’udienza di convalida i tre si erano avvalsi della facoltà di non rispondere ed il reato venne derubricato da estorsione a tentata estorsione. Adesso anche il Riesame conferma il carcere per i tre del gruppo delle “Paparelle”.

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