Soldi in cambio di porto d’armi e distruzione di fascicoli. Cinque sono gli arresti eseguiti questa mattina per corruzione, corruzione in atti giudiziari, occultamento e distruzione di atti giudiziari. In manette anche un avvocato, un cancelliere di Tribunale e un poliziotto. Ad eseguire le ordinanze emesse dalla Procura di Napoli Nord i militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Aversa.

L’accusa è pesante: l’avvocato, Anna Savanelli, del foro di Santa Maria Capua Vetere e residente a Parete, avrebbe fatto da tramite per ottenere il rilascio di licenze di porto d’armi a persone vicine al clan dei Casalesi. Il legale, in particolare, forte dei rapporti con un sostituto commissario di polizia, Giovanni Romano, girava i soldi della parte interessata perché il poliziotto istruisse pratiche di porto d’armi senza tenere conto dei precedenti penali o delle cause ostative al rilascio.

Le attività investigative hanno consentito anche di individuare ulteriori ipotesi corruttive finalizzate all’occultamento ed alla distruzione di fascicoli presso il Tribunale di Sorveglianza di Napoli. Con queste accuse è stato arrestato u’ausiliario di cancelleria, Andrea Esposito, già coinvolto nell’anno 2013 in un’indagine della Procura di Napoli attinente analoghi episodi.

In questo caso, sempre l’avvocato, su richiesta di un pregiudicato di Giugliano, avrebbe elargito somme di danaro al cancelliere affinché sottraesse un fascicolo di un procedimento riguardante una persona condannata in via definitiva, tutto allo scopo di evitargli l’esecuzione di misure in carcere. In manette anche l’imprenditore di Casal di Principe, Antonio Caterino, che aveva chiesto il porto d’armi, e Massimo Perrone di Giugliano.

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