Tre morti e tre feriti. Sarebbe questo il bilancio della faida di camorra che sta imperversando a Giugliano. L’ultimo a morire sotto i colpi dei sicari, ieri notte, è stato il 22enne Enis Mahmoudi, trucidato in via Colonne con dieci proiettili di pistola.

Enis è ritenuto vicino alla cellula scissionista del clan Mallardo, il gruppo criminale di via Montessori che ha raccolto l’eredità di Michele Di Biase, il ras delle palazzine Ina Casa sparito in un caso di lupara bianca al rione Vasto di Napoli nell’ottobre del 2015, feudo del clan Contini, storici alleati dei Mallardo.

E proprio la trappola mortale in cui è scomparso Paparella – il cui corpo non è mai stato ritrovato nonostante le ricerche – sarebbe il primo atto di guerra della cosca dei “Carlantonio” ai “girati” di via Montessori, questi ultimi smaniosi di ritagliarsi fette di autonomia e conquistare il mercato del racket e della droga a nord di Napoli approfittando della momentanea debolezza della storica cosca giuglianese, mai come adesso decapitata da arresti e sequestri milionari.

Da lì è seguita un’escalation criminale senza precedenti: la sparatoria del giugno 2016 al circolo ricreativo, in cui rimase ferito Gennaro Catuogno, detto ‘O Scoiattolo; poi il duplice agguato in via San Vito ai danni di Aniello Di Biase, il figlio del boss già scampato ad un raid l’anno prima, e Silvano Ciccarelli, suo guardiaspalle; infine il doppio omicidio al bar Tabacchi di Marino in Corso Campano lo scorso maggio dove furono trucidati Vincenzo ed Emanuele Staterini, padre e figlio, imparentati con il capoclan del rione Sanità di Napoli, ma probabilmente vicini al gruppo delle palazzine.

Uno scia di sangue che non accenna a fermarsi, dunque. E che potrebbe mietere altre vittime nella terza città della Campania.

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