Ufficialmente risulta dispersa, ma non ci sono dubbi che Fabrizia Di Lorenzo è morta (FOTO Facebook). La 31enne di Sulmona è stata travolta dal camion che a Berlino, nella piazza del mercatino sul Kudamm, ha ucciso 12 persone. Si attende soltanto la conferma del DNA della vittima. Nella capitale tedesca sono arrivati ieri il fratello, il padre e la mamma. Disperati. “Non mi illudo”, ha detto il papà tra le lacrime, facendo intendere chiaramente che Fabrizia, per lui, è già morta. Si attende l’analisi del sangue di un corpo sfigurato, probabilmente il suo, ma che la mamma non è riuscito a riconoscere.

Le parole prima di morire. “Mamma come stai? E papà? Vado a fare i regali. Ci sono cose carine lì. Ci vediamo mercoledì”. Queste sono state le ultime parole pronunciate a telefono dalla 31enne, prima che venisse uccisa nell’attentato. Poche parole. Fabrizia Di Lorenzo avrebbe raggiunto nei prossimi giorni la famiglia a Sulmona, città di cui era originaria, per trascorrere le festività con i suoi familiari. Di lei, però, sono state ritrovate soltanto la tessera dell’autobus e il telefonino. Niente più.

L’allarme è scattato quando la ragazza, ieri mattina, non si era recata a lavoro. Lei, così puntuale, che aveva scelto Berlino come luogo dalle mille opportunità. “This must be the place”, scriveva della capitale tedesca. Da lì il primo appello della cugina su Twitter, infine i familiari che contattano la Farnesina per attivare subito le ricerche.

Il dolore della mamma. ” Sento che mi ha abbandonata – ha dichiarato la madre di Fabrizia, Giovanna, tra le lacrime -. È un dolore troppo grande… Era così contenta, felice di essere lì.. è triste che una persona esca dal lavoro e non rientri più”.

Il sogno di emancipazione ed indipendenza di Fabrizia Di Lorenzo, ennesimo cervello in fuga, si è infranto sul muso del camion dell’attentatore. Laureata a Bologna , dal 2013 viveva in Germania dove era impiegata presso un’azienda di trasporti. Vedeva ormai l’Italia come un “paese di dinosauri”, scriveva con un Tweet, una nazione priva di opportunità. A Berlino, Fabrizia, ha trovato lavoro e anche la morte.

 

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