MELITO. Due giorni, meno di 48 ore alla decisione finale. A Melito è caos nel partito democratico. Nomi proposti e ritirati nel giro di una giornata, consultazioni non ratificate, incontri affannosi dell’ultim’ora: sabato alle 12 temine ultimo per presentare le liste e il Pd non sa ancora da che parte stare. Se far valere l’esito del mini referendum con gli iscritti che hanno votato per il sostegno ad Antonio Amente o correre da soli con un proprio candidato sindaco.

E infatti nelle ultime ore l’affannosa ricerca di una soluzione era finita su due nomi, due papabili, due ex sindaci: Bernardino Tuccillo, unico a portare a termine la consiliatura dal 1995 al 1999 e Venanzio Carpentieri, il primo cittadino sfiduciato lo scorso febbraio dagli stessi consiglieri del Pd poi fuoriusciti. Ma su nessuno dei due si sarebbe trovata la quadra. Ieri l’ultimo incontro dai toni accesi. Tuccillo si è detto pronto a scendere in campo a condizione che sia il candidato di Pd e Articolo 1. Per Tuccillo, Pietro D’Angelo in corsa per la carica di sindaco sarebbe disposto a fare un passo indietro a favore del suo nome. Ma nel Pd quest’ipotesi è già stata bocciata. Ed è stata rigettata anche quella di una ricandidatura di Venanzio Carpentieri.

Diversi esponenti dem ad oggi non vogliono il segretario provinciale del partito come candidato sindaco. Ieri alcuni hanno abbandonato l’ultima riunione, il tavolo sarebbe saltato e intorno al primo cittadino sfiduciato sarebbero rimasti in pochi. Alcuni di loro avrebbero infatti già chiuso accordi con Amente. Intanto è ancora in bilico la questione simbolo Pd: nel caso in cui decidessero di sostenere Amente non è detto che il partito conceda il simbolo e in quel caso dovrebbero chiudere una lista civica. Insomma il tempo stringe, il fischio d’inizio ci sarà sabato ma nel Pd regna il caos.

Tuccillo ha poi scritto un post su Facebook proprio su quanto accaduto nelle ultime ore: “Dopo che il mio nome era stato proposto da Cozzolino nella prospettiva di ricomporre il centro sinistra, avevo pensato che fosse mio dovere non sottrarmi per l’attaccamento e l’affetto che continuo a nutrire verso la mia terra. Ho via via dovuto constatare che le tensioni, i risentimenti e gli insopportabili personalismi che spesso segnano la vita politica sui nostri territori hanno continuato a prevalere. La politica è fatta di una paziente opera di mediazione , di ricucitura e recupero di relazioni, anzitutto umane. Chi avanza una proposta ha il dovere di perseguirla e lavorarci con tenacia, operando senza risparmiarsi per superare difficoltà e complicazioni. Tutto ciò non è avvenuto, il quadro preelettorale che si presenta in città è preoccupante con un centro sinistra profondamente lacerato e litigioso. Sono trascorsi alcuni giorni e non vi è stata la possibilità di giungere ad un tavolo di confronto per valutare la praticabilita ‘di una proposta unitaria del centro sinistra e del civismo melitese su un progetto di città e per la carica di sindaco, queste erano le condizioni che avevo posto e che mi appaiono venute totalmente meno. Ringrazio di cuore i tantissimi amici, conoscenti, gli autorevolissimi dirigenti del Partito Democratico, tra cui parlamentari, consiglieri regionali, amministratori locali e tanti deputati e senatori partenopei di Articolo 1 e persino esponenti di rilievo della destra,oltre a prestigiosi giornalisti. È motivo di orgoglio essere al centro di tanta stima ed apprezzamento. Voglio rivolgere i miei più sinceri auguri a coloro che si candidano a guidare la città, sono attesi da un compito gravoso ed impervio. Melito attende soluzioni concrete ai suoi drammatici problemi e i suoi cittadini, in stragrande maggioranza persone oneste, confidano in una stagione di riscatto civile”.

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