Giugliano. Il Comitato Promotore ha protocollato le controdeduzioni alla dichiarazione di inammissibilità, a seguito di una nota ricevuta dal Prefetto, espressa dal Segretario Generale, dal Sindaco e dalla sua maggioranza che dimenticano di essere rappresentanti dell’intera popolazione.

L’organo deputato a valutare l’ammissibilità del quesito referendario, oltre i 30 giorni dalla consegna delle sottoscrizioni, è il Consiglio Comunale.

Il testo referendario chiede al popolo di esprimersi sulla volontà di mettere a disposizione un terreno dei giuglianesi (nel caso specifico in località Ponte Riccio) per realizzare un Villaggio ROM. La realizzazione prevede, tra l’altro, una variazione agli strumenti urbanistici, rendendolo pertanto di competenza dell’Assise Comunale. Inoltre, il quesito non preclude diverse politiche abitative e di inclusione per la comunità in questione, come stabilito dalla Carta Sociale Europea. L’esigenza abitativa, in periodo di grave crisi economica, è da ritenersi problema generale di cui le istituzione devono farsi carico, in ordine a tutti i residenti del Comune. Tale principio non viola alcun articolo della nostra Costituzione.

I membri del Comitato, in rappresentanza di oltre 5.000 sottoscrittori, si sentono lesi dalle dichiarazioni del Sindaco e dei suoi consiglieri, che rinunciano a convocare il Consiglio Comunale. Le controdeduzioni presentate all’amministrazione mettono in evidenza molti errori procedurali da parte del Presidente del Consiglio e della Segreteria Generale.

Il Presidente del Consiglio, sentita la conferenza dei Capigruppo, non ha reso possibile lo svolgimento dello stesso, abdicando al proprio ruolo.

La Segretaria Generale in un primo momento e nei tempi stabiliti, vista la regolarità sia della composizione del comitato che delle sottoscrizioni raccolte, riteneva “doveroso rimettere al Consiglio Comunale ogni decisione in merito, affinché si valutassero in contraddittorio le contrapposte esigenze tra cui quella di promuovere gli istituti di democrazia diretta, a maggior ragione in una consultazione referendaria puramente consultiva”. Successivamente, ed oltre i 30 giorni previsti dal regolamento, rendeva noto al comitato promotore che, a seguito di richiesta inusuale da parte del Sindaco, il Prefetto riteneva inammissibile il quesito referendario.

Il Comitato, nella legittimità del proprio ruolo e nella piena applicazione delle leggi chiede di rispettare le stesse e di far convocare il Consiglio Comunale entro la data stabilita dal Regolamento. Diversamente riterrà tale inadempienza una violazione all’esercizio di democrazia diretta ed è pronto a ricorrere nelle sedi giurisdizionali competenti. Sarà anche premura del Comitato adire alle vie legali contro tutti coloro che strumentalizzano tale tema e che lo rendono razzista e fomentatore di odio, ledendo non solo gli istituti di democrazia diretta sanciti dalla legge, anche l’immagine e l’onore del Comitato stesso e di tutti coloro che hanno sottoscritto la petizione proposta.

 

Il Comitato Promotore
Referendum Eco Villaggio ROM

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