Napoli. La barba crespa e folta. Sul petto un tatuaggio che parla d’amore ma nasconde proclami di guerra: la scritta ‘Love’ è incisa coi disegni di una granata (al posto della o) e di una pistola (al posto della v).

A guardarlo da lontano, – come riporta il quotidiano Metropolis – Ciro Marfé – il 25enne ucciso ieri pomeriggio in un agguato di camorra in vico Nocelle che ha fatto due morti ed un ferito – sembra uno dei «barbudos». Un seguace di Raffaele Cepparulo detto ‘Ultimo’, che pure sfoggiava quel particolare tatuaggio. E’ una delle piste che seguono gli inquirenti per scoprire il motivo che ha portato alla morte delle due persone. E poi c’è il macabro rito dei fuochi d’artifico espolosi dopo l’agguato mortale, porprio come sarebbe avvenuto dopo la morte di Cepparulo.

Il giovane è stato ucciso ieri nell’agguato avvenuto a vico Nocelle, insieme al boss del “Cavone” Salvatore Esposito. Dal suo profilo facebook, inoltre, spunta un post contro la polizia (“sei bella come una questura che brucia”) ed altri commenti con bombe e pistole. In una foto con un amico, poi, Marfè posa con un passamontagna. Anche lui, dunque, giovanissimo era già affascinato dalle icone criminali e sognava di diventare un grande boss come altri ragazzi della cosiddetta “paranzadei bambini”.

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