La vicenda dei documenti comunali stipati in angusti e umidi locali dell’ente cittadino, alcuni dei quali risalenti a qualche decennio fa, continua a generare dubbi e perplessità. Ieri e nei giorni scorsi, ovvero a poche ore dal sopralluogo disposto dal ministero ai Beni culturali, i registri, gli atti che erano impropriamente ammassati in un tugurio dell’ex istituto religioso di santa Maria delle Grazie (la scelta fu adottata durante la gestione commissariale) sono stati prelevati da una squadra di operai del Comune e destinati ad altro luogo. Sull’argomento abbiamo interpellato operai, dirigenti, tecnici comunali e il primo cittadino. Tutti sono caduti dalle nuvole. Nessuno sapeva (o non ha voluto spiegarci) quale fine avessero fatto. Qualche ricerca e il mistero è stato prontamente svelato: i faldoni sono stati trasportati nel deposito comunale di viale Duca D’Aosta, che funge anche da garage per le auto della polizia municipale. Anche in questo caso si tratta di un locale del tutto inidoneo, forse addirittura peggiore (come si evince dalle foto) dello sgabuzzino di Santa Maria delle Grazie.

Dubbi e perplessità. Stupisce e inquieta che a poche ore da un sopralluogo degli ispettori del ministero, venga improvvisamente in mente a qualcuno di intervenire per prelevare documenti che erano nel tugurio da oltre un anno. Chi ha ordinato agli operai di intervenire? Con quale criterio è stata eseguita l’operazione? Perché nessuno, interpellato a più riprese, ha voluto attribuirsene la paternità? Quando arriveranno gli ispettori, saranno informati dell’improvviso e forse inopportuno trasferimento?
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