Smantellato il clan Puca di Sant’Antimo. Nella odierna mattinata, all’esito di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale della Procura della Repubblica di Napoli, militari del Nucleo Investigativo dei Carabinieri del Gruppo Castello di Cistema hanno dato esecuzione ad un’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Napoli applicativa della custodia cautelare in carcere nei confronti di 7 soggetti, dei quali uno gia detenuto in istituto di pena.

Le accuse. I sette sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di partecipazione all’associazione di stampo camorristico denominata “clan Puca“, di omicidio premeditato, porto e detenzione di armi, gestione del gioco clandestino, con l’aggravante di aver commesso i reati per agevolare ii gruppo camorristico Puca, e segnatamente per conseguire il controllo criminale dei territori di Sant’Antimo, Grumo Nevano e Casandrino.

Le indagini. Grazie ad intercettazioni telefoniche ed ambientali ed al contributo dichiarativo di alcuni collaboratori di giustizia, anche intranei al clan Puca, le indagini hanno consentito di accertare l’esistenza di una organizzata struttura criminale operante nell’area geografica compresa tra i su indicati comuni dedita alla commissione delle estorsioni ad imprenditori e commercianti, al controllo delle attivita economiche attraverso la gestione diretta di attivita commerciali ed imprenditoriali e al reinvestimento dei capitali illeciti. In particolare, le indagini hanno consentito di individuare:

  • DI SPIRITO Luigi alias “palatella”, quale referente e coordinatore dell’organizzazione criminale promossa, diretta e organizzata da PUCA Pasquale “o minorenne”, capoclan attualmente sottoposto alla misura di sicurezza della casa lavoro al regime del 41 bis; altresì quale responsabile della gestione del traffico di sostanze stupefacenti del tipo “cocaina” e “hashish”, con il compito di rifornire anche compagini camorristiche operative su altri territori campani, quali i clan Marrazzo, Longobardi-Beneduce, Mazzarella, Amato-Pagano;
  • DELL’OMO Francesco “o maranese”, con il ruolo di gestire le attivita estorsive, di imporre l’installazione delle slot machines negli esercizi commerciali e di curare i rapporti con gli altri clan camorristici tra i quali anche il clan Amato-Pagano operante in Melito di Napoli per la ripartizione dei proventi delle estorsioni commesse negli altri comuni;
  • FEMIANO Antimo alias “morandi”, con il ruolo di riciclare i proventi illeciti, di impartire le disposizioni ricevute dal capo clan e di consegnare gli stipendi agli affiliati;
  • IAVAZZO Lorenzo alias “sparavolpe”, quale killer e gestore delle attivita estorsive;
  • LAMINO Claudio “o mericano”, con il ruolo di detenere e custodire le armi, di riciclare i proventi illeciti, di partecipare alle attività estorsive e alla gestione del gioco clandestino;
  • PACIOLLA Antonio alias “o russ”, quale responsabile dell’attivita estorsiva e dello spaccio di droga nei comuni di Grumo Nevano, Casandrino e Sant’Arpino (CE);
  • DI BIASE Antimo, con il ruolo di riciclare i proventi illeciti, di procurare veicoli, predisponendovi congegni idonei ad occultarvi armi, di detenere e custodire le armi, nonché di intestarsi fittiziamente dei beni al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali;

L’omicidio di Francesco Verde. Le indagini hanno consentito, inoltre, di accertare che FEMIANO Antimo e IAVAZZO Lorenzo avevano partecipato con ruolo decisionale, oltre ai soggetti gia condannati, alle riunioni in cui era stato deliberato e pianificato l’omicidio di VERDE Francesco, detto “‘o negus”, commesso il 28.12.2007, per assicurarsi la supremazia nella gestione delle attivita illecite, contrastando, con l’eliminazione fisica del suo indiscusso capo storico, il clan VERDE, operante nella medesima area geografica.

Le armi. Nel corso del blitz sono state anche rinvenute e sequestrate 2 mitragliatrici “uzi” e una mitragliatrice m 12, 7 pistole semiautomatiche e munizioni, indice della “potenza di fuoco” del clan. fermati 2 sodali per estorsione ai danni di un panificio e di un imprenditore ed eseguita un’ordinanza di custodia cautelare per detenzione di arma da fuoco. Sventato il piano per uccidere un carabiniere che partecipava alle indagini, ideato con l’idea di far cessare la pressione investigativa.

Il potere economico. L’infiltrazione del clan nel tessuto economico dell’area a nord di Napoli e nella parte confinante della provincia di caserta emerge attraverso estorsioni a imprenditori, gestione diretta di attività commerciali e imposizione di slot machines, il reinvestimento dei capitali illeciti accumulati, anche mediante la fornitura di consistenti partite di droga a gruppi camorristici attivi nel capoluogo campano e nell’area nord.

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