Napoli. Sembra una città fuori controllo. Non passa giorno senza che registri un accoltellamento, una “stesa” o un morto ammazzato. E’ la Napoli del 2016, precipitata nell’incubo di una faida di camorra tanto estesa quanto imprevedibile e corpuscolare. A fronteggiarsi vecchi clan, ma soprattutto nuovi gruppi di fuoco emergenti, spesso composti da giovanissimi, anche under 18.

Tre gli episodi di sangue consumati nel giro di tre giorni. Prima l’assalto armato alla Caserma dei Carabinieri di via del Macello a Secondigliano; poi l’uccisione di Daniele Stara nel quartiere Piscinola a bordo della sua moto Transalp; poi il commando armato di ieri sera che ha seminato il terrore al rione Sanità sparando all’impazzata e uccidendo due persone, tra cui un noto pregiudicato del clan Vastarella.

Secondigliano. Le indagini sono in corso, ma pare chiaro che dietro la sventagliata di mitra alla facciata esterna della Caserma dell’Arma ci sia la vendetta di un boss latitante della Vanella Grassi alla cui moglie è stato tolto dal Tribunale dei minori di Napoli l’affidamento dei due figli. E c’è di più: dalle intercettazioni, come rivela Il Mattino, emerge un patto tra i girati della Vanella e i Ferone di Casavatore. Un accordo tra i clan per la realizzazione dell’attacco al palazzo dello Stato. Che parole sono? Ecco qualche passaggio: «Mi servono i fucili, mi servono i fucili», urla un uomo al telefono. Dall’altra parte c’è una donna, che farebbe da tramite dei Ferone di Casavatore. Poco dopo l’agguato a via del Macello.

Piscinola-Afragola. Altra storia, probabilmente. L’uccisione di Daniele Stara rientra in una dinamica differente. Non ci sono i Ferone e neanche i Vanella Grassi. Ma probabilmente uno sgarro di camorra ai danni del clan Barbato del rione Salicelle di Afragola. Una questione di droga nella quale Stara sarebbe rimasto invischiato, forse un affare in proprio che avrebbe fatto alzare la voce al giovanissimo clan afragolese. Meno probabile, invece, la pista che porta ai Lo Russo di Miano. La provenienza di Stara e i suoi precedenti per droga conducono dritto al controllo degli stupefacenti nella città alle porte di Napoli.

Sanità. L’agguato più feroce, più pericoloso e temibile. Quattro giovanissimi armati fino al collo e a volto coperto che come un perfetto commando da videogame seminano il panico all’interno del quartiere della Sanità provocando due morti e tre feriti nei pressi di un circolo ricreativo. Si tratta di Daniele Vigna, 41 anni, e Giuseppe Vastarella, 42. Tra i feriti ci sono altri due pregiudicati del clan Vastarella. Siamo nel territorio del clan Misso. Eppure il quartiere storico di Napoli è legato da sempre anche ai Lo Russo di Miano. A quanto pare dietro la sparatoria di ieri ci sarebbe il gruppo di fuoco guidato dal giovanissimo Walter Mallo, il ras di Don Guanella, cacciato proprio dal clan Vastarella-Lo Russo dal rione Sanità. Una ritorsione della nuova paranza del baby-boss avversario dei Lo Russo per riprendersi il controllo del centro storico, approfittando anche della decapitazione del clan di Miano e dell’appoggio del clan Licciardi.

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