329 anni di carcere. Questa la pena complessiva inflitta dai giudici della quinta corte di appello di Napoli ai 19 affiliati del clan Polverino di Marano e alla costola dello stesso clan di Quarto e del Vomero. I Polverino, anche detti i Casalesi di Napoli, avevano persino il controllo gestionale dei beni di prima necessità, controllavano tutti gli affari illeciti e non di Marano, Quarto e della zona flegrea.

La corte d’appello ha anche stabilito la confisca di case, terreni, appartamenti e società. Grazie alle indagini si è scoperto che la cosca dei Polverino era diventata un clan globale in grado di investire e riciclare milioni e milioni di euro in ogni tipo di affare.

LE CONDANNE: Ventotto anni di reclusione per Fabio Allegro; dodici per Attilio Cesarano, Angelo D’Alterio, Stefano Gallotti, Nicola Imbriani, Gaetano Montalto, Raffaele Spasiano e Raffaele Vallefuoco; sette per Giuseppe D’Errico; trenta per Salvatore Liccardi; ventisei per Ciro Manco; diciotto per Carlo Nappi (‘o Sparviero); sette per Castrese Paragliola; Roberto Perrone, collaboratore di giustizia difeso dall’avvocato Domenico Esposito, ha ottenuto uno sconto di pena: da sedici anni a otto; ventisei anni e 11 mesi per Giuseppe Perrotta; vent’anni per Antonio Polverino (latitante); 24 anni per Giuseppe Simioli (‘o Petruocelo) e per Castrese Ippolito.

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