Giugliano. In arrivo un’altra batosta per il clan Mallardo. Ben 38 anni di carcere complessivi sono stati chiesti infatti per Raffaele Mallardo detto “Scicchirocco” e Michele Di Nardo, rispettivamente zio e nipote. I due ras sono accusati dalla Dda di Napoli di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Per loro, già pregiudicati, sono reati reiterati e per questo la richiesta del pm Maria Cristina Ribera non ha fatto sconti ai due, considerati parte integrante del clan Mallardo.

Il pubblico ministero, ha richiesto ai giudici di infliggere 20 anni a Mallardo e 18 a Di Nardo. I due reggenti sono in carcere già da tempo poiché coinvolti in altre inchieste sempre legate agli affari della cosca camorristica. Ribera ha basato parte della sua requisitoria disquisendo anche sulle precedenti condanne e soprattuto, in diverse parti del suo discorso, ha sottolineato oramai la presenza fissa e più che certa della cosca sul territorio. L’inchiesta riguarda le richieste di pizzo ai distributori di carburante del territorio, in particolare quelli dell’asse mediano. Secondo gli inquirenti i due avrebbero preteso dai benzinai somme da migliaia di euro a fine mese.

Ad ottobre intanto ci saranno le arringhe degli avvocati difensori. Raffaele Mallardo è rappresentato da Pino Pellegrino e Giampaolo Schettino, quest’ultimo difende anche Michele Di Nardo. Il processo nasce dalle indagini sull’estorsione imposta ad un distributore di benzina situato a Giugliano. Una indagine nata nel 2008 che solo nel 2013 si è però concretizzata a seguito di altri processi e soprattutto delle dichiarazioni del collaboratore di giusitizia Giuliano Pirozzi.

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