Ecco le dichiarazioni di Giuliano Pirozzi rese alla DDA che ricostruiscono l’ultima secondo lui la campagna elettorale a Trentola riportate dal quotidiano online Casertace. 

“Non conosco le ragioni specifiche dei dissidi tra Cassandra e Griffo – racconta Pirozzi -. Griffo era soprannominato “capocchione”. Aveva un carattere indecifrabile e volubile così mi spiegava Cassandra e non sempre gli consentiva di fare tutti gli affari che intendeva concludere. Le preciso che non è che Griffo, così come mi spiegava Cassandra si opponesse alla camorra e quindi agli affari che Michele Zagaria intendeva concludere a Trentola anzi per lo più lo agevolava. Semplicemente, a volte, senza ragioni comprensibili non accontentava Cassandra. Cassandra non mi fece specifici esempi. Forse, posso anche pensare c’era una rivalità personale tra i due. Dopo lo scioglimento del comune, seguito alla sfiducia incassata da Pagano nel gennaio del 2010 vennero ovviamente indette nuove elezioni. Cassandra, che se era chiacchierato nel 2006, nel 2010 lo era ancora di più – se non sbaglio ebbe a ricevere nel corso della campagna elettorale delle provinciali per l’UDC un avviso orale – decise di non candidarsi e candidò suo cognato di cui non ricordo il nome nella lista civica capeggiata da Nicola Picone candidato sindaco. Ricordo perfettamente per avere vissuto in prima persona, anche con un contributo economico, la campagna elettorale in questione che inizialmente il gruppo Zagaria si era apertamente schierato per Nicola Picone così come del resto mi spiegavano sia Cassandra che Enzo Picone. Non che la lista contrapposta, quella di Griffo fosse considerata nemica ma la lista di Picone era proprio “roba” di Zagaria. Ricordo anche che Nicola Picone, era un candidato piuttosto indolente che amava riposarsi e fare le pennichelle. Io stesso lo ricordo in pigiama mentre io ed il fratello lo andavamo a sollecitare a casa per farlo uscire e andare a fare campagna elettorale. Diciamo che Nicola Picone sarebbe stato un sindaco “burattino” in mano a Cassandra, Enzo Picone, e per essi in mano Zagaria essendo consapevole di esserlo. Tenga presente che nella lista di Nicola Picone erano presenti anche oltre al cognato di Cassandra anche altre persone vicine ai casalesi quali Michele Conte, cugino di Giovanni Letizia e Giuliano Pellegrino congiunto di un altro affiliato, mi sembra proprio del gruppo Zagaria. Senonché ad un certo punto, a poche settimane dalle elezioni Cassandra e Vincenzo Picone mi dissero che Michele Zagaria aveva mandato un ordine di scuderia e che cioè non bisognava più votare per la lista di Picone ma per quella di Griffo. Preciso meglio come andarono le cose. Una sera telefonai a Vincenzo Picone dicendogli che avevo contattato il cantante neomelodico di Giugliano, tale Mimmo Dany per chiudere una dieci/quindici di giorni dopo la campagna elettorale. Vincenzo Picone, mi disse di raggiungerlo a Trentola. Io andai. Nell’occasione, Picone mi disse del suddetto ordine di scuderia specificandomi che Michele Zagaria aveva la preoccupazione che la lista di suo fratello fosse composta da troppi soggetti contigui al clan dei casalesi. Ciò avrebbe non solo comportato una eccessiva attenzione della magistratura e delle forze dell’ordine ma anche il pericolo della cattura della sua stessa cattura, visto che i suoi interessi erano molto radicati sul territorio di Trentola. Inoltre, vi era il rischio del commissariamento “antimafia”. Per questo, l’indicazione di Zagaria, fu di sostenere a livello di sindaco Griffo, mentre per i consiglieri si poteva dare appoggio anche alla lista di Picone. Se non sbaglio si poteva ricorrere al voto disgiunto e quindi senza far fare una brutta figura a Nicola Picone si poteva sostenere il sindaco Griffo“.

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