Lunga intervista rilasciata a panorama da Daniele De Santis, il primo indiziato per la morte di Ciro Esposito: “Penso sempre a quel giorno e questa è e rimane una tragedia per tutti. Per la famiglia di Ciro e anche per la mia. A volte mi domando: se per salvarmi la vita, oltre alle sofferenze fisiche, devo veder soffrire tanto, non era meglio che mi avessero ammazzato?” dice il romano che poi racconta la sua versione dei fatti il 3 maggio: “L’unica cosa che non avrei dovuto fare è stata raccogliere un fumogeno e rilanciarlo verso un pullman parcheggiato sul controviale che chiudeva completamente l’accesso. Improvvisamente sono spuntate almeno 30 persone. Se fosse andata come sostiene chi mi accusa, avrei dovuto sparare al primo che mi capitava, no?”. Poi racconta di aver ricevuto tanti colpi e di aver sparato per autodifesa e che se non avesse sparato sarebbe morto.

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