“Basta scommesse sui dilettanti”, comincia così l’intervista che Raffaele Cantone ha rilasciato ai microfoni de Il Mattino, poi prosegue dicendo di non essere sorpreso di quanto successo perché quanto scoperto dall’indagine della Procura di Catanzaro “non era scontato, ma assolutamente prevedibile”. Il giudice giuglianese ci va giù duro su questo nuovo caso che sconvolge il calcio italiano ed attacca gli organi dirigenti perché, dice, che “Dopo il filone di Cremona, si diffuse un elevato sentimento di indignazione ma non seguirono azioni concrete e utili per creare gli anticorpi necessari ad un sistema malato, bisognerebbe rinforzare gli strumenti penali ma soprattutto auspicare una presa di coscienza del sistema calcio rispetto all’inquinamento che ormai avvelena quello che dovrebbe essere il vero bacino al quale le società calcistiche maggiori devono attingere, ovvero le serie minori. La politica del calcio tende a privilegiare solo la Serie A e a strangolare le serie minori. Inoltre serve una giustizia sportiva più ferrea”.

 

 

Il presidente dell’Autorità Nazionale dell’Anticorruzione si è occupato già in passato di casi analoghi, sia tramite il suo libro, Football Clan, scritto con Gianluca Di Feo, sia ai tempi della DDA di Napoli, dove si occupò del tentativo di scalata dei Casalesi alla Lazio.

 

 

 

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