Nell’inchiesta sulle infiltrazioni della camorra nel comune di Calvizzano, che ha portato oggi all’emissione di undici ordinanze di custodia cautelare da parte del gip Francesca Ferri c’è un nome eccellente.

Si tratta dell’imprenditore e vicesindaco del comune di Calvizzano Antonio Di Rosa, che il boss Mario Sarappo chiama per rispetto “Zi Antonio”. Dalla ricostruzione degli inquirenti è emerso che il vicesindaco e imprenditore edile ha inizialmente subito un tentativo di estorsione per dei lavori di carpenteria che stava eseguendo su un edificio e poi ha fatto da intermediario tra il clan Orlando e i proprietari dell’appartamento anche se, come scrive il gip, l’azione criminosa da Mario Sarappo, che ha fatto incontrare Di Rosa prima con Angelo Orlando e poi con Raffaele Orlando.

Sempre Sarappo avrebbe poi fatto incontrare il vicesindaco con Castrese Carbone, chiedendo a quest’ultimo di versare la somma di denaro richiesta a titolo estorsivo dai committenti Russo – Pellegrino. Poi avrebbe sfruttato Di Rosa come intermediario tra il gruppo criminale e i predetti committenti, costringendoli a versare una non quantificata somma di denaro, riscossa da un certo Massimo, non ancora identificato.

Tra le persone raggiunte dall’ordinanza di custodia cautelare c’è Chiara Catuogno, finita ai domiciliari e moglie del boss del clan Polverino Antonio Napolano. La nuova ordinanza ha raggiunto in carcere Raffaele Orlando, Angelo Orlando, Raffaele Veccia e Mario Sarappo. In manette anche Castrese Carbone, Luigi Esposito, Giuseppe Assenzo, Salvatore Trinchillo, Cristoforo Chianese, Vittorio Felaco, Crescenzo Muoio.

 

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