Marano. Con l’arresto di Egidio Pastella, 38 anni, l’ultimo latitante del gruppo di fuoco guidato dal baby boss Mariano Riccio, si chiude forse l’ultimo capitolo di una delle più sanguinose faide degli ultimi anni consumate a nord di Napoli. Quella interna tra gli Amato e i Pagano, gli scissionisti contro agli scissionisti. I melitesi contro i mugnanesi-maranesi.

La crisi. Gli equilibri criminali si erano incrinati con l’arresto di Mariano, il genero del boss Cesare Pagano. Il giovanissimo boss, originario di Marano, aveva messo su un gruppo di fedelissimi agguerriti, che avevano radicato il loro potere e i propri affari criminali tra Mugnano e Marano, senza interferire però con i clan storici del territorio, come i Polverino-Nuvoletta. Quando Mario Riccio finì in manette e la reggenza della cosca passò nelle mani del fratello Alfonso, i suoi sodali più stretti temevano l’invasione dei “melitesi”, gli Amato, e la loro intrusione negli affari e nella gestione delle piazze di spaccio dopo il potere acquistato dal gruppo di Mariano in diverse fette del territorio.

L’epurazione interna. Fu la scintilla della guerra. Gli Amato scatenarono una rappresaglia feroce per arginare le rivendicazioni del gruppo di fuoco maranese. Prima l’uccisione di Andrea Castello, braccio destro del baby-boss, ritrovato morto a Casandrino nel marzo del 2014. Poi la scomparsa di Antonio Ruggiero, probabilmente vittima di lupara bianca. E infine l’omicidio eclatante di Antonio Pastella, detto ‘o Russo, fratello di Egidio, il latitante catturato ieri. Antonio era considerato il capozona del gruppo di Mariano Riccio a Marano. Fu trucidato fuori a un bar di Corso Europa a colpi di pistola da due sicari in sella a uno scooter. Un’autentica epurazione interna volta a soffocare ogni tentativo di scissione.

L’attuale scenario. Con lo sfilacciamento del gruppo di Mariano Riccio, la frattura tra le due cosche nate dalla seconda faida di Scampia, gli Amato e i Pagano, sembra essersi ricomposta. Tuttavia, secondo gli inquirenti e gli investigatori, le due famiglie criminali non avrebbero più una cassa comune. Condurrebbero insieme alcuni affari, ma ormai costituerebbero due clan diversi. Le zone di influenza tra le due cosche sarebbero definite: a Melito gli Amato, a Mugnano i Pagano, a Marano i Nuvoletta-Polverino.

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