Incredibile indiscrezione riportata da Il Mattino: Fbi al servizio della camorra, in particolare del clan dei Casalesi. Un fantomatico agente federale sarebbe stato usato come spauracchio per costringere i prestanome del boss Antonio Iovine a restituire il denaro del clan, far confluire i soldi in conti correnti intestati ad insospettabili ed evitare così sequestri e confische dell’Antimafia.

La vicenda – riporta ancora la versione online del quotidiano di via Chiatamone – la racconta un avvocato casertano rimasto vittima di un pestaggio per mano del marito della sua amante. Scoperta la tresca, l’uomo si presenta a casa del legale, lo picchia e lo minaccia. Poco dopo, spaventato, l’avvocato denuncia il coniuge della sua compagna e ricostruisce anche una serie di episodi appresi nel corso della sua attività professionale. Ed è così che salta fuori l’ennesimo spaccato sorprendente che inserisce tra le figure di cui i Casalesi si sarebbero serviti, quella di un agente Usa, parente di un fiancheggiatore del gruppo Iovine.

Una storia molto complessa. Gli atti risalgono allo scorso marzo. «Nel 2013, il marito della mia amante scoprì la nostra relazione. Mi picchiò – racconta l’avvocato nella denuncia – e mi intimò di dire a sua moglie di restituire i soldi che erano depositati sul conto di una società finanziaria a lei intestata. Se non lo avesse fatto, suo marito le avrebbe fatto passare un guaio raccontando alle forze dell’ordine che quel denaro era di Iovine. Aggiunse che non c’era da scherzare, perché gli avrebbero creduto: la sua versione sarebbe stata avallata da suo zio che all’epoca era un agente dell’Fbi». Adesso la vicenda è ancora in fase di verifica.

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