“A Giugliano la camorra non chiede il pizzo ai piccoli commercianti” o ” Qua la droga non si fa”. Queste le frasi più ripetute in città. Per anni. I Mallardo, o meglio la vecchia guardia, avevano posto dei limiti. Limiti che pare siano stati ampiamente superati. Ad oggi, almeno così emerge dalle indagini di questo periodo, anche i commercianti starebbero subendo vessazioni.  Per non parlare poi del comparto della droga, motivo reale della faida interna alla cosca giuglianese.

Sarebbe quindi cambiato tutto. Le inchieste, i sequestri ingenti, il cambio al vertice, la scissione interna, avrebbero fatto cambiare rotta a chi, da qualche mese a questa parte, comanda il clan. Ne sono convinte le forze dell’ordine che cominciano ad indagare proprio in questa direzione.

Fino ad ora i “vessati” erano i grandi imprenditori, i costruttori. Due le strade intraprese: o si acquistavano quote delle imprese più fruttuose entrando di fatto in società o si pretendevano migliaia di euro nei tre periodi cardine: Natale, Pasqua e Ferragosto. Ora non è più così.

Se prima i commercianti erano costretti ad “offrire” la spesa, abbigliamento, alimentari o altro come forma di “collaborazione”, oggi si  è passati al pizzo vero e proprio. La cosca vuole soldi, denaro in contanti.

Ma perché? Il clan resta una delle cosche più potenti d’Italia nonostante ciò pare che sia in difficoltà. Gli introiti non sarebbero più gli stessi, gli affiliati si lamentano, i carcerati hanno bisogno di denaro per le famiglie, le inchieste pesano e non poco.  Per questo si sarebbe intrapresa questa nuova strada secondo quando intuito dalle forze dell’ordine che comunque non restano a guardare. Ed infatti è solo di qualche giorno fa l’arresto di due affiliati accusati di aver chiesto il pizzo al cantiere del Più Europa.

Insomma scenari inquietanti nel panorama della criminalità locale che avrebbe impresso un brusco cambiamento nella sua logica famelica degli affari loschi.

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