Le carte in tavola sono state nuovamente rimescolate. Il Piano urbanistico comunale, quello redatto dall’amministrazione Granata, è stato spazzato via dalla giunta Salatiello. E’ la terza volta, nell’arco di quasi sei anni, che lo strumento urbanistico viene dapprima approvato in giunta e poi revocato in seguito all’avvento di una nuova amministrazione comunale. Era già accaduto infatti durante la consiliatura Pirozzi e in quella successiva targata Granata. Una telenovela infinita, che questa volta non trarrebbe spunto da vizi di forma, errori o quant’altro ma più che altro – come evidenzia il primo cittadino Salatiello – di “renderlo maggiormente partecipato grazie alla collaborazione dei cittadini”. I tempi per l’approvazione del nuovo Puc, atteso dal lontano 1993, dovrebbero essere inferiori a quelli del passato, in quanto il processo di Valutazione ambientale strategica, fino a poco tempo fa spina nel fianco per ogni amministrazione comunale, è diventato molto più snello. L’iter – così come previsto dalle nuove normative – non contemplerebbe inoltre il tradizionale e ostico passaggio in Consiglio comunale. Per ratificare il nuovo Piano, insomma, basterà il via libera della giunta. La querelle sul Puc di Calvizzano si trascina dal lontano 2008, quando il Piano, tra le aspre polemiche politiche e il parere sfavorevole dell’Ufficio tecnico comunale, venne ratificato dalla giunta Pirozzi. Alla successiva tornata elettorale, quella sancì la vittoria di Giuseppe Granata, il nuovo esecutivo annullò quel provvedimento e diede vita a una bozza di strumento urbanistico, che incontrò a sua volta le resistenze dell’Autorità di bacino, poi superate. La storia si ripete oggi, con la giunta Salatiello che ha decretato l’ennesimo stop di questi ultimi sei anni. Un’ennesima bocciatura dello strumento per la pianificazione urbanistica del territorio, che innesca nuove polemiche e il consueto balletto sulle responsabilità. “Non c’era alcun motivo per revocare il Puc – spiega il segretario cittadino del Pd, Antonio Veneruso – un piano urbanistico tra l’altro avallato dall’attuale sindaco, quando era in veste di presidente dell’assise cittadina, e dagli assessori che un tempo ricoprivano il ruolo di consiglieri. Una scelta assurda, che non trae origine da alcun vizio di forma, ma solo dalla volontà di attribuirsene la paternità politica”. 

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