Nel blitz della DDA partenopea di questa mattina è finito in manette anche l’ex assessore Pasquale Sommese. Una pesante tegola cade ancora una volta sul capo della politica campana. Filo conduttore dell’intera vicenda è Loredana Di Giovanni di Mugnano, che avrebbe scoperchiato il vaso di Pandora delle relazioni e degli intrecci tra politica e camorra.

La donna avrebbe portato voti a Sommese e consegnato tangenti ai politici per conto di alcuni imprenditori. Al centro dell’inchiesta opere inerenti l’intervento «Le Porte dei Parchi» a Francolise, Alife, Rocca d’Evandro e Calvi Risorta. Il consigliere regionale Sommese e un suo fidato collaboratore sarebbero intervenuti  come referenti di due società per garantire il finanziamento con fondi regionali delle opere pubbliche progettate da una società napoletana. Oltre che per Sommese, il GIP ha disposto il carcere anche per Antonello Sommese, presunto factotum dell’ex assessore regionale.

In manette anche alcuni sindaci del casertano. Sotto la lente di ingrandimento gli appalti pubblici per la ristrutturazione di alcuni palazzi storici.  Per l’accusa l’ex assessore regionale, avrebbe spinto sollecitare l’affidamento di un appalto nel comune di Cicciano con fondi regionali. L’appalto riguardava opere pubbliche progettate da un imprenditore a sua volta indagato.

In manette ci sono finiti anche i sindaci di Aversa, Riardo, l’ex primo cittadino di Pompei e l’ex sindaco di San Giorgio a Cremano. Nei guai anche l’ex sindaco di Casapulla, Ferdinando Bosco e Claudio Borrelli, direttore Adisu ed ancora l’ex sovrintendente Adele Campanelli, dal 2010 alla guida della Soprintendenza Archeologica.

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