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Arrestato questa mattina su ordine della Dda, l’ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere Biagio Di Muro. Una vera doccia fredda a pochi giorni dalla chiusura delle liste elettorali che vede l’ex primo cittadino accusato di corruzione aggravata e di aver favorito il clan dei Casalesi.

Oltre a Muro sono state indirizzate, da finanza e carabinieri, altre 9 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di amministratori, funzionari comunali e imprenditori. Le accuse sono associazione per delinquere di stampo camorristico, corruzione e altre alcune irregolarità riscontrate dagli investigatori per favorire il clan dei casalesi.

I destinatari dei provvedimenti sono funzionari comunali, imprenditori, professionisti e “faccendieri”, che sono accusati, a diverso titolo, di associazione per delinquere di stampo camorristico, corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio ed altre gravi irregolarità nelle procedure di affidamento di lavori di committenza pubblica realizzate anche al fine di agevolare uno dei sodalizi camorristici di maggiore spessore dell’area casertana.

Le indagini, in particolare, hanno fatto luce sulla gestione degli appalti da parte del Comune di Santa Maria Capua Vetere, evidenziando i legami del pro tempore sindaco, DI MURO Biagio, e di altri esponenti apicali di detta Amministrazione comunale con il clan dei “casalesi”, con specifico riguardo alla fazione capeggiata dalla famiglia di Michele ZAGARIA.

In tale ambito, l’attenzione degli investigatori si è concentrata sulla procedura ad evidenza pubblica afferente la progettazione e esecuzione dei lavori del “Palazzo Teti Maffuccini” di Santa Maria Capua Vetere, già confiscato negli anni ’90 al padre del citato DI MURO, storico vice-sindaco del comune sammaritano.

Il Giudice per le indagini preliminari ha ritenuto la sussistenza di un illecito accordo che ha visto nel ruolo di corruttori l’ing. LA REGINA Guglielmo- rappresentante legale della “ARCHICONS S.r.l.”, società che si è occupata della progettazione dei lavori in argomento- e CASCELLA Marco, rappresentante legale della “LANDE S.r.l.”, che si è aggiudicata il relativo appalto del valore di oltre 2 milioni di euro

I beneficiari delle “tangenti” elargite da questi imprenditori sono stati il predetto sindaco DI MURO e alcuni componenti della Commissione di gara all’uopo nominata (in specie, il R.U.P. della gara DI TOMMASO Roberto e il prof. MANOCCHIO Vincenzo), che hanno favorito le aziende corruttrici mediante l’attribuzione del necessario punteggio tecnico nelle procedure di gara.

La “mazzetta” corrisposta, per un valore al momento accertato di 70 mila euro, è stata contabilmente giustificata dall’emissione di fatture relative ad operazioni oggettivamente inesistenti da parte di aziende compiacenti, facenti capo al dottore commercialista CAPASSO Raffaele (consulente fiscale ed amico del nominato ing. LA REGINA), e all’ing. FIORETTO Vincenzo.

Quest’ultimo soggetto è risultato particolarmente legato a ZAGARIA Alessandro – che ha beneficiato di una parte del compenso corruttiva in quanto anello di congiunzione tra i pubblici funzionari corrotti e il clan dei “casalesi” – e alla “faccendiera” DI GIOVANNI Loredana, i quali hanno ricoperto un ruolo di fondamentale intermediazione nell’ambito dell’illecita dazione di denaro.

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