Un giro d’affari da oltre 300mila euro. Avrebbero aperto, secondo le indagini, conti correnti bancari usando documenti di identità falsi e versando assegni di provenienza illecita. Una banda specializzata in truffe ad istituti bancari e riciclaggio con base operativa e buona parte degli organizzatori a Giugliano.

Era il 13 febbraio quanto fu scoperta dai carabinieri del Comando provinciale di Roma la holding che riciclava e poi incassava gli assegni rubati in varie parti d’Italia. Quattordici le misure cautelari nei confronti di 14 persone. In manette finì anche un dipendente dell’Inail che, secondo gli investigatori, avrebbe fornito informazioni riservate e i documenti d’identità falsi. Oltre duecento le vittime a cui furono sottratti gli assegni e per poi essere intascati.

Nove gli indagati, su 14, residenti a Giugliano. Una donna, Rosalia Sansone (difesa dall’avvocato Giovanni Lo Russo), attualmente ai domiciliari che sarebbe stata incaricata di aprire i conti correnti nelle banche con documenti falsi per poi incassare gli assegni.

I titoli di credito erano il provento di furti messi a segno alle Poste. Poi, secondo gli inquirenti, Antonio Felace, sempre di Giugliano, avrebbe avuto un ruolo chiave nell’organizzazione. Le 14 persone sono indagate a vario titolo per associazione per delinquere finalizzata alla falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atto pubblico, sostituzione di persona, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, truffa, ricettazione e riciclaggio.

I carabinieri del Comando provinciale di Roma hanno anche dimostrato come il presunto gruppo criminale abbia utilizzato, per falsificare carte d’identità e certificati di attribuzione del numero di codice fiscale, falsi sigilli con l’impronta del Comune di Roma e dell’Agenzia delle Entrate di Roma.

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