Una vera è propria cricca quella scoperta dalla DDA di Napoli. L’operazione riguarda un’ampia attività di indagine su 18 procedure di affidamento di lavori di committenza pubblica, gestite da Enti Pubblici delle province di Napoli. Lavori  alla Mostra d’oltremare, Comuni di Casoria, Pompei e San Giorgio a Cremano, Istituto scolastico E. Medi di Cicciano,  a Caserta con il Consorzio Sannio Alifano, A.Di.S.U. della Seconda Università degli Studi di Napoli, Comuni di Alife, Casapulla, Riardo, Francolise, Calvi Risorta e Rocca D’Evandro e a Benevento a Cerreto Sannita.

Tutti appalti destinatari di finanziamenti nazionali e comunitari. Le attività investigative, espletate dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno permesso di far emergere la sistematica operatività di un gruppo di “colletti bianchi” in grado di incidere in maniera determinante sull’aggiudicazione di dette gare di appalto in favore di imprese “predesignate”, alcune delle quali riconducibili a soggetti vicini alla criminalità organizzata. i responsabili degli Enti interessati ad una contribuzione regionale si rivolgevano ad un professionista napoletano, l’ing. Guglielmo LA REGINA, affinché questi garantisse agli stessi il finanziamento dell’opera, sfruttando le sue personali conoscenze negli ambienti politici in seno agli uffici della Regione Campania.

L’ex assessore al Turismo e ai Beni Culturali della Regione Campania – Pasquale SOMMESE – si impegnava, a sua volta, a garantire il finanziamento dell’opera  ed in cambio otteneva denaro ovvero sostegno elettorale; talvolta, Sommese indicava espressamente il nominativo dell’imprenditore che avrebbe poi dovuto eseguire i lavori pubblici e che lui stesso aveva fatto finanziare. In questa ulteriore fase, l’ingegnere la Regina grazie agli accordi con esponenti dei vari Ordini professionali di Napoli e Caserta, riusciva a far inserire nelle commissioni di gara persone a lui vicini e consenzienti, i quali, a loro volta, veicolavano l’aggiudicazione dei pubblici incanti alle ditte che erano state ai medesimi segnalate. E tutto ciò, in cambio di dazioni e di promesse di somme di denaro e di altre utilità in favore di Sindaci, di funzionari degli enti appaltanti e dei commissari di gara ovvero attraverso il conferimento di incarichi professionali in ulteriori procedure pubbliche.

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