Marano. Nonostante l’età avanzata, 78 anni (3 figli, 10 nipoti e 8 pronipoti), Francesco Barberisi è ancora attivo. Ogni mattina apre la sua bottega di sellaio in corso Vittorio Emanuele. Sebbene gli affari ormai scarseggino, “è davvero raro – come lui stesso dice che si venda qualcosa”, continua a pagare l’affitto dell’angusto locale, perché ama il suo spazio, come la sua vita. Lì incontra amici e conoscenti: quello spazio è la sua finestra sul mondo e non intende chiuderla. Quella di Barberisi è una delle ultime botteghe della Campania: “ ce ne dovrebbe essere – dice – un’altra a Castellammare. Ho clienti in tutta la Regione e anche nel Lazio”.

Gli abbiamo chiesto a che età ha iniziato a praticare il mestiere di sellaio.

“Avevo 8 anni, quando la mia famiglia mi mise nella bottega di don Pietro Napolano. Lo fecero per togliermi dalla strada, poiché litigavo sempre con altri ragazzi. Sono rimasto lì fino al 1969, quando decisi di mettermi in proprio”.

Dei suoi figli nessuno ha voluto seguire le sue orme?

“Ho un solo figlio maschio che non ne ha mai voluto sapere. Meglio così, perché oggi è medico fisioterapista”.

Cosa produce nello specifico?

“Prodotti realizzati a mano, in cuoio, finimenti per cavalli e selle da passeggio, ma anche articoli per cani e cinture da uomo”.

Con orgoglio, don Franco, come lo chiamano da queste parti, mostra tutti i suoi prodotti al cronista, poi gli dice: ma esco sul giornale?

Sì, gli rispondiamo.

E lui aggiunge: “fatemi un po’ di pubblicità, perché la crisi si avverte, alcuni prodotti stanno in bottega da tempo perché a comprarli sono in pochi”.

Ma don Franco resiste. L’amore per la propria storia non si commercia.

Mimmo Rosiello

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