Melito. Mattinata di terrore in via Giulio Cesare a Melito. Si aggrava il bilancio dell’agguato di camorra che si è consumato poco dopo le ore 13. E’ morto infatti anche il 30enne extracomunitario Nuovo Mohammed, deceduto dopo alcune ore in ospedale dove era giunto in gravissime condizioni. L’altra vittima è Raffaele Laperatura, 32enne di Afragola, ritrovato in un lago di sangue nell’appartamento. L’altro ferito è il 17enne D.A. (parente di un boss degli Scissionisti del clan Amato-Pagano), colpito al petto e ricoverato al San Giuliano.

Un quadro ancora tutto da mettere a fuoco. Ci sarebbe poi un’altra persona in fuga. Tutti sarebbero legati alla cosca degli Scissionisti che controllano le piazze di spaccio a Melito.

Secondo una prima ricostruzione, i 3 stavano scendendo dal palazzo in via Giulio Cesare al civico 118 quando si sono trovati i killer all’interno delle scale. Avrebbero provato a fuggire ma sarebbero stati raggiunti dai colpi di pistola. Uno è morto quasi sul colpo, l’altro è stato soccorso dai sanitari all’interno dell’abitazione al quarto piano (per aprire la porta sono intervenuti i vigili del fuoco perchè era chiusa) mentre il minorenne sarebbe riuscito a fuggire. A bordo di uno scooter il 17enne si sarebbe diretto all’ospedale ma in strada avrebbe incontrato un’ambulanza, facendosi soccorrere dopo avere abbandonato il mezzo.

Esiste poi una seconda ipotesi, secondo la quale ci sarebbe stato prima un conflitto a fuoco in strada tra due gruppi a bordo di scooter (con tanto di inseguimento e tamponamento con un’auto) e poi la fuga verso il palazzo. Difficile, però, che una persona in fin di vita ed un altro colpito da un proiettile alla testa siano riusciti ad arrivare al quarto piano. Ma la pista non è stata ancora scartata.

Adesso i carabinieri della Compagnia di Giugliano, diretti dal capitano Antonio De Lise, sono al lavoro per ricostruire l’esatta dinamica dell’agguato. Dentro l’abitazione i militari dell’Arma hanno ritrovato una pistola ed eseguito tutti i rilievi del caso con la Scientifica.

Il palazzo si trova a pochi metri dal ritrovamento del cadavere di Giovanna Arrivoli, freddata dai sicari e poi sepolta in una campagna della zona. Sangue ovunque sul luogo: all’intero dell’appartamento, lungo le scale, ed anche sulla facciata dal palazzo visto che le vittime avrebbe provato a ripulirsi con l’acqua dopo i colpi.

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