Si presenterà mercoledì 25 marzo alle ore 17.30 nell’Aula Consiliare del Comune di Villaricca il libro sull’ex assessore del Comune di Villaricca ucciso qualche anno fa. Sono giorni dell’assenza quelli che seguono la perdita di una persona cara. Per tutti. In certi casi, se possibile, anche di più. Un fatto tragico. Un assessore comunale, e professionista stimato, in una cittadina della provincia di Napoli. Ucciso, lascia moglie e figli a cercarlo nella quotidianità, quelle delle piccole cose di ogni giorno. Tutto perché cercava di evitare una truffa ai suoi danni. E, magari, aveva alzato la voce con le persone sbagliate. O aveva cercato di imporsi. Forse. Ultimo nato nella collana di cronaca e attualità “Lettera 32”, I giorni dell’assenza (grauseditore) di Rosanna Di Crosta Landi, con la prefazione di Vittoriana Abate, è dedicato all’assenza, ma anche alla presenza.

Quella dei loro figli. Ai quali è difficile contare il dolore. Ma Rosanna ci prova. L’episodio di cronaca, tristemente noto, ha anche avuto il suo epilogo giudiziario. Roberto Landi vuole acquistare un immobile. Ad un intermediario da un anticipo di circa duecentomila euro. Quell’uomo è Ciro Pianese, che poi confesserà di avere una doppia vita: imprenditore e boss. E’ lui ad assoldare un killer, Vincenzo Di Domenico e con l’aiuto di altre due persone, Rosario Salomonte e Giuseppe Toto, a trasportare e poi nascondere, il corpo di Landi, rinvenuto dopo qualche giorno su una spiaggia di Licola.

La motivazione dell’omicidio, quella di non poter più restituire la caparra anticipata da Landi. Perché probabilmente neanche quell’immobile al centro della trattativa esiste. E Pianese davanti alle pressanti richieste ha organizzato tutto. Trascinando la vittima in un doppio appuntamento di morte. Ma la prima volta va male. Perché Landi si presenta con un amico. La seconda invece il piano va in porto. Uno, due, tre, quattro colpi esplosi.

Per ferire e poi finire con l’ultimo colpo di grazia, quell’uomo che era diventato una minaccia troppo grande. Che diceva di denunciare, di far saltare equilibri, di non piegarsi, di rilanciare la sfida. Uno stereo ad alto volume per coprire gli spari, un telo a terra per il sangue. E quello che al telefono rispondeva al papà: “sono cucciolo” e i traguardi della “principessa”, fagocitati nel buco nero del non esserci più. Rosanna e i suoi figli non avranno più nessuno a cui raccontare, con cui parlare. Sono proprio I giorni dell’assenza. In cui, come scrive Rosanna, non sei morto, ma nemmeno vivo.

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