Traffico internazionale di stupefacenti, arrivano le prime condanne per Giuseppe Polverino e gli affiliati all’omonimo clan. Circa quaranta, la maggior parte dei quali arrestati tra il maggio e il giugno del 2013, avevano optato per il rito abbreviato e hanno potuto quindi usufruire di uno sconto pari a un terzo della pena prevista. Le sentenze sono state emesse dal giudice per le indagini preliminari Roberta Zinno.

 

Tredici anni e sei mesi sono stati inflitti al superboss Giuseppe Polverino, alias  ‘o barone, in carcere dal marzo del 2012; 15 anni per Giorgio Polverino; 9 anni per Alessandro Brunitto; 11 anni e 10 mesi per Andrea Gagliardi; 10 anni e sei mesi per Giuseppe Di Maro, detto “Bobby Solo”; 8 anni e sei mesi per i collaboratori di giustizia Roberto Perrone e Biagio Cante; 9 anni e 4 mesi per Gaetano Tufo, alias ‘o cammello, l’unico che ha incassato una pena più alta rispetto a quella (sei anni) richiesta dal pubblico ministero; 7 anni e sei mesi per Castrese Ippolito. Per l’ex vicesindaco di Marano, Luigi Simeoli, in carica all’inizio degli anni Novanta, 10 anni e 4 mesi a fronte di una richiesta iniziale di 16 anni.

 

La maxi operazione contro il clan egemone di Marano e dell’area flegrea, leader europeo per il business dell’hashish, era stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia e in collaborazione con la Guardia civil spagnola. Un colpo durissimo, quello inferto tra il maggio e il giugno del 2013 al clan della “Montagna”, ormai quasi completamente disarticolato. Sono due gli esponenti di punta del clan ancora in libertà: Giuseppe Simioli, meglio conosciuto come ‘o petruocelo, braccio destro del Barone e da anni latitante, e Antonio Polverino, alias zi Totonno.

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