Vasta operazione del GICO di Bologna, coordinata dalla DDA di Napoli contro la camorra dell’area nord di Napoli. Eseguite 12 ordinanze di custodia cautelare in carcere e 4 agli arresti domiciliari. Disposto il sequestro preventivo di 1.177 immobili, 211 veicoli, 59 societa, 400 rapporti bancari, per un valore nominale complessivo di circa 700 milioni di euro.

L’azione della Procura ha permesso di smascherare e smantellare un gruppo criminale legato a diversi clan camorristici (clan Mallardo di Giugliano, clan Di Lauro di Secondigliano e clan degli Scissionisti di Melito, clan Puca e clan Verde di Sant’Antimo, clan Aversano di Grumo Nevano e clan Perfetto di Chiaiano), operante in diverse Regioni italiane – quali Emilia Romagna, Lazio, Abruzzo, Umbria, Sardegna, Lombardia -, con base prevalente e genetica in Campania ed attivo in diversi settori illeciti, primi fra tutti quello degli investimenti immobiliari e quello delle truffe alle assicurazioni.

Tra i tanti arrestati anche l’autista del capoclan defunto dei Mallardo, Feliciano, detto ‘O Sfregiato. Si tratta di Francesco Russo soprannonimato ‘o Lentone. Quest’ultimo, oltre ad effettuare intestazioni fittizie, avrebbe favorito, secondo l’accusa, anche la latitanza di affiliati al clan Mallardo, tra i quali Mauro Moraca, genero del boss.

Le indagini. Questi arresti rappresentano lo sviluppo delle indagini relative al sequestro del parco “Primavera” di Melito, ritenuto frutto di una speculazione edilizia realizzata dal clan Di Lauro con l’appoggio dell’ex sindaco di Melito, Alfredo Cicala, attraverso una lottizzazione abusiva. Per gli investigatori è stato svelato un vaso di pandora criminale: un’organizzazione capillare e ramificata che coinvolgeva anche insospettabili colletti bianchi tra cui un direttore di banca bolognese, Domenico Sangiorgio, incaricato di eludere i sistemi di controllo sulla provenienza dei capitali illeciti frutto di truffe alle assicurazioni e di false pratiche relative a incidenti automobilistici, incendi e allagamenti mai avvenuti.

Anche se i capitali provenivano da diversi clan, era però di comune interesse di tutte le cosche ripulire il danaro “sporco” attraverso un unico canale di riciclaggio. L’anello di congiunzione tra Sangiorgio e i clan era l’imprenditore del parco Primavera Antonio Passarelli, che “schermava” i profitti dell’attività truffaldina in compagini societarie in cui non figurava mai come socio.

Nel blitz sono stati impiegati 300 militari che hanno perquisito le abitazioni di 57 indagati a vario titolo per associazione camorristica legati ai clan. I reati contestati sono di truffe alle assicurazioni aggravate dal metodo camorristico, intestazione fittizia di beni, usura, riciclaggio, violenza privata. Contemporaneamente si è eseguito il sequestro preventivo di un ingente patrimonio del valore complessivo di 700 milioni di euro.

CUSTODIA IN CARCERE:

  • PASSARELLI ANTONIO nato a Mugnano di Napoli il 04.12.1956;
  • BARBIERI Salvatore nato a Sant’Antimo (NA) il 20.12.1970;
  • CASTIGLIONE Antimo nato a Sant’Antimo (NA) il 10.05.1957;
  • CHIANESE Carmine nato a Melito di Napoli (NA) il 25.10.1960;
  • CHIANESE Gennaro nato a Melito di Napoli (NA) il 13.01.1958;
  • ESPOSITO Crescenzo nato a Brusciano (NA) il 08.07.1965;
  • MARINO Cosimo nato Melito di Napoli (NA) il 22.10.1984 ;
  • MORLANDO Antimo nato a Sant’Antimo (NA) il 11.05.1961;
  • RICCIO Mario nato a Mugnano di Napoli (NA) il 28.06.1991;
  • RUSSO Francesco nato a Casoria (NA) il 09/06/1977;
  • SANGIORGI Domenico nato a Faenza (RA) il 19.10.1958;

ARRESTI DOMICILIARI:

  • CICATELLI Francesco nato a Grumo Nevano (NA) il 26.07.1954;
  • GERVASIO Teresa nata a Napoli il 23.06.1959;
  • PASSARELLI Pasquale nato a Napoli il 10.11.1977;
  • PUCA Pasquale nato a Sant’Antimo (NA) il 09.07.1964.
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