Nelle circa 160 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare emessa a carico di 13 indagati per lo scandalo Asl Caserta, a fare la parte del leone e’ il super pentito giuglianese Giuliano Pirozzi.

Il pentito. Giuliano Pirozzi, figlio di Domenico Pirozzi ex dipendente dell’Asl di Pozzuoli racconta una storia di intrecci particolari tra clan e funzionari della Sanità Pubblica, spiegando nella fattispecie ruoli, rapporti e modus operandi di politici casertani e non solo che ruotano attorno al mondo Asl e anche all’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta città.

Le dichiarazioni. Al di là della vicenda giudiziaria che ha portato all’arresto del consigliere regionale del Pdl, Angelo Polverino, Pirozzi palesa e spiega le decisioni assunte da Nicola Cosentino rispetto alla figura dirigenziale di Francesco Bottino, rispetto all’azzeramento o alle turnazioni dei dirigenti dell’Asl di Caserta. Secondo Pirozzi, «dopo le elezioni del 2010 la politica della Regione Campania iniziò un vero e proprio valzer per le nomine delle poltrone della sanità. Il nostro gruppo politico facente capo a Massimo Grimaldi, consigliere regionale del Nuovo Psi – sostiene Pirozzi – venne interessato alle nomine; in particolare, venne segnalata da Nicola Pagano (ex sindaco di Villa Literno, ndr) a Massimo Grimaldi l’opportunità di far inserire qualche dirigente vicino a noi». Secondo queste dichiarazioni, Grimaldi «rispose a Pagano che erano già stati presi impegni con le segreterie nazionali ed in particolare per l’Asl di Caserta era Gianni Alemanno che aveva segnalato quale direttore generale dell’Asl il dottor Paolo Menduni, mentre per l’ospedale San Sebastiano di Caserta Nicola Cosentino impose un uomo di sua fiducia nella persona del dottor Francesco Bottino». Il gip Isabella Iaselli scrive ancora: «Pirozzi precisa che Gianni Alemanno si interessava della sanità casertana su sollecitazione di Angelo Polverino», il consigliere regionale della Campania del Pdl destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Le dimissioni di Russo. Pirozzi racconta anche perché Natalino Russo, manager giuglianese, decise di lasciare il suo incarico, Russo, secondo il pentito, getta la spugna davanti ad una sorta di occupazione militare dei clan camorristici nella gestione di tutti i principali appalti dell’ospedale di Caserta. Getta la spugna, quando la sua attività non si confà, evidentemente alle necessità dei clan, che decidono, sempre secondo il racconto di Giuliano Pirozzi di spedirgli in cadeau, una “bella” busta con un proiettile.

Dichiarazioni tratte dal sito casertace.it

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