Daniele Ferretti, il gioielliere di 69 anni che martedì sera a Pisa ha reagito sparando ai rapinatori e ha ucciso un bandito di origine slava, ha cercato di spiegare che cosa è successo nel suo negozio. «Il primo a sparare è stato lui, il rapinatore», ha detto. «Ha esploso tanti colpi, ha mirato verso mia moglie. Io mi sono solo difeso, ho sparato per salvare la vita mia e di mia moglie. In terra ci sono ancora tanti bossoli».

La dinamica della rapina deve essere ancora accertata nei suoi particolari. Ma sembra quasi certo che vi sia stato un conflitto a fuoco tra gioielliere e banditi, due dei quali sono riusciti a fuggire a bordo di una Panda grigia metallizzata che è stata poi ritrovata più tardi. Il gioielliere adesso è indagato per omicidio colposo. Un atto dovuto, spiegano gli investigatori, ma che potrebbe suscitare nuove polemiche. Da quanto si apprende l’iscrizione è collegata all’espletamento di accertamenti irripetibili e all’autopsia sul rapinatore morto, ai fini di assicurare tutte le garanzie a difesa dell’indagato.

Daniele Ferretti, che anche il sindaco di Pisa Marco Filippeschi ha descritto come persona perbene e mansueta, non è un pistolero. Il porto d’armi lo aveva richiesto lo scorso anno, dopo l’ennesima rapina nel suo negozio. L’ultima nel gennaio del 2016. Quella più drammatica, almeno fino a martedì sera, nel 1999 quando due banditi lo avevano accoltellato e poi lo avevano lasciato a terra nel suo negozio in un lago di sangue abbassando la saracinesca. Daniele si era salvato per miracolo dopo il ricovero in rianimazione e un delicatissimo intervento chirurgico al volto, al torace e all’addome. Il 7 gennaio alle 19 nella stessa gioielleria un rapinatore, puntando la pistola alla tempia di una commessa terrorizzata, era riuscito a farsi consegnare gioielli e denaro per decine di migliaia di euro.

L’ultimo incubo si è materializzato martedì sera, all’ora di chiusura, quando nel negozio sono entrati due malviventi armati di pistole e hanno chiesto a Ferretti soldi e gioielli. Poi uno di loro avrebbe sparato un colpo verso la moglie dell’uomo che forse aveva tentato di far scattare l’allarme: il proiettile per fortuna l’avrebbe solo sfiorata, anche se si cerca di stabilire se l’arma usata dal bandito fosse vera o una scacciacani. È stato allora che il gioielliere ha afferrato la sua pistola è ha sparato. Uno dei banditi, trentenne, è stato colpito al petto ed è caduto fulminato nel negozio. Un secondo è riuscito a fuggire sull’auto di un complice che lo aspettava fuori. La rapina si è consumata intorno alle 20 di martedì in via Battelli a Pratale, un quartiere tranquillo a una ventina di minuti a piedi dal centro storico di Pisa, non lontano da carcere Don Bosco e dalla questura. I banditi, probabilmente stranieri, sono entrati nella gioielleria a volto scoperto. Alcuni testimoni hanno poi raccontato di aver sentito almeno tre o quattro spari e di aver visto uno dei banditi fuggire dalla gioielleria armato di una pistola.

Sui social sono centinaia i messaggi a favore del gioielliere. Tra questi anche quello del leader della Lega, Matteo Salvini. «Solidarietà a Daniele, 69 anni: ha fatto bene!», ha scritto su Facebook Salvini pochi minuti dopo che i giornali online avevano pubblicato la notizia della rapina. «Anche Daniele Ferretti ha difeso la sua gioielleria dall’ennesima rapina, reagendo e sparando al rapinatore. Nessuno si permetta di inquisirlo, la difesa è sempre legittima», ha invece scritto su Facebook il segretario del Movimento Nazionale, Gianni Alemanno.

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