Luigi Chiariello, 54 anni, Angelo D’Andrea, 41 anni e  Giuliano Di Giuseppe 34 anni, sono loro le tre persone fermate dai carabinieri all’alba di ieri. In casa di Chiariello  sono state trovate più di 300 tessere elettorali con all’interno il nominativo da votare, ovvero Antimo Alfè candidato con il sindaco Corrado Chiariello, coalizione di centrodestra, con il quale però il componente della banda non ha nessun legame di parentela.

 

I carabinieri hanno fatto irruzione nell’appartamento già sapendo di trovar qualche cosa di losco ed infatti così era. Le schede elettorale erano state in effetti ritirate agli elettori che avevano ricevuto o parte o tutta la somma per la compravendita del voto ovvero dai 30 ai 50 euro. Una volta consegnata la scheda la banda appunto l’avrebbe restituita con il foglietto con il nominativo da scrivere sulla scheda elettorale.

 

Insomma siamo dinanzi ad un caso eclatante, certo non sconosciuto, ma finalmente venuto a galla. La somma di denaro investita per acquistare il voto non è esigua si parla di 13 mila euro. Da dove è venuto questo denaro? Saranno i carabinieri a scoprirlo. Intanto i tre fermati sono accusati di associazione a delinquere e probabilmente l’accusa sarà rivolta anche a chi ha venduto il suo voto. Le forze dell’ordine erano state allertate dalla prefettura ed infatti i controlli sono stati serrati in tutti i comuni al voto. Anche a Melito c’è stato un caso anomalo. Un uomo recatosi in cabina è uscito poco dopo dicendo che la sua scheda era già stata votata. Preso atto del caso il presidente di seggio ha annullato il voto.

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