Ombre sul voto a Sant’Antimo. Dopo l’operazione dei carabinieri che ha portato all’arresto di 3 persone, trovate con oltre 3oo tessere elettorali ed altri fogli con indicazioni di voto per un candidato, arrivano le prime reazioni politiche mentre sul fronte delle indagini alcuni cittadini  avrebbero confessato il sistema di compravendita di voti nelle elezioni comunali.

Il candidato sindaco di Dema, Giuseppe Italia, si complimenta con i militari della Compagnia di Giugliano. “Esprimo grandissima soddisfazione per gli arresti operati dalle forze dell’ordine. La compravendita dei voti inquina la democrazia. Bloccare questi delinquenti è un grande segnale di speranza!”

Sul caso è intervenuto poi anche il candidato di Forza Italia, Corrado Chiariello. “Gli arresti delle ultime ore per compravendita di schede elettorali denotano un modo di fare vergognoso e criminale che nulla ha a che fare con la politica. – sottolinea il candidato sindaco di centrodestra – Questo modo di fare delinquenziale è lontanissimo dalla mia idea di politica e di amministrazione della cosa pubblica. Ho massima fiducia nella magistratura e nelle forze dell’ordine, a cui chiedo un rapidissimo accertamento delle responsabilità. Che facciano pulizia se c’è da fare pulizia anche perché queste pratiche delinquenziali danneggiano un’intera comunità ed il buon nome del nostro paese. Perché accertare le responsabilità del singolo – aggiunge Chiariello – è fondamentale per non condannare in toto la politica, che per me da sempre è servizio ai cittadini.”

Il candidato sindaco del Pd, Aurelio Russo, lancia invece una stoccata alla coalizione avversaria. “Nel comizio di chiusura lo avevo denunciato. – afferma Russo – Mentre altri si trastullavano a fare polemica con il centrosinistra, ho detto a chiare lettere che a Sant’Antimo “le schede si compravano e vendevano dal tabaccaio o dal fruttivendolo” come dei normali beni di consumo. Un sistema collaudato, che questa volta è scoppiato loro tra le mani. Speriamo che gli passi per qualche generazione la voglia di comprare e vendere i voti. Stendo un velo di misericordia – continua l’esponente dem – sulle dichiarazioni del candidato sindaco del centrodestra, rese come se non sapesse quali liste sono coinvolte (tra le sue) e quali (tra i suoi) candidati siano interessati all’azione dei carabinieri. Se è in buona fede, si informi meglio.”

Anche il candidato del movimento cinque stelle Nicola Chiantese non ci sta e attacca: “Siamo sulla bocca di mezza stampa nazionale, Sant’Antimo come Gomorra. Diamo un segnale forte! I santantimesi non sono un popolo di “venduti”, i santantimesi non votano questi corrotti, i santantimesi hanno ancora dignità. A Sant’Antimo abbiamo una calda comunità e io credo molto in questi cittadini. Tutti insieme mandiamoli a casa e usciamo da questo incubo. Sant’Antimo  nuovamente alla ribalta della cronaca: 3 arresti per compravendita di voti. Noi  l’avevamo detto, le coalizioni sono viatico per illegalità, infiltrazioni, compravendite. Noi l’avevamo detto ma nessuno ha accolto il nostro invito a sciogliere questo caos, a rispettar l’elettorato. La lista “ViVi Sant’Antimo” della Coalizione del Candidato a sindaco Corrado Chiariello incriminata del fatto ravvisa nell’esponente Antimo Alfè l’organizzatore materiale della compravendita. Apprendiamo che il candidato a sindaco Corrado Chiariello, pur condannando i fatti, si riserva solo ed esclusivamente nel caso in cui i voti, oggetto di compravendita, fossero decisivi per le sue elezioni a primo cittadino, a rinunciare agli stessi. Il M5S S.ANTIMO chiede che il candidato a sindaco Corrado Chiariello si assuma in pieno la responsabilità dei fatti e ponga in essere azioni molto più drastiche rispetto a quelle da lui manifestate. La lista “ViVi S.Antimo” è espressione della politica di Corrado Chiariello, è la sua lista, e non può non assumersi la responsabilità dei fatti. Corrado, prendi un provvedimento drastico, secondo etica e coscienza, in nome della legalità”.

Intanto proseguono le indagini dopo gli arresti. Si tratta di due incensurati, di 54 e 24 anni, e un pluripregiudicato di 41 anni. I carabinieri, insospettiti dall’insolito viavai, hanno fatto irruzione nella casa del 54enne, un disoccupato, scoprendo i tre alle prese con tessere e pubblicità elettorali. Le somme per i voti, secondo gli investigatori, andavano dai 30 ai 50 euro. Alcuni dei titolari delle tessere, sentiti dai carabinieri, hanno ammesso di aver consegnato il documento elettorale ai tre, con l’impegno di passare a riprenderlo e di votare per il candidato indicato nel facsimile di scheda all’interno.

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