Le ha versato plastica bollente nelle parti intime. Una delle terribili sevizie alle quali la donna è stata sottoposta durante un periodo di carcerazione. E’ successo a Pagani, in provincia di Salerno, dove il marito l’ha tenuta prigioniera in casa per settimane, sprangando porte e finestre. E costringendola a subire numerosi maltrattamenti.

Fino a quell’ennesimo raptus di gelosia, durante il quale l’uomo ha deciso di lasciare un marchio indelebile che, come dichiarato dal gip del tribunale di Nola, Giuseppe Pepe, “Voleva simboleggiare la punizione dell’infedeltà vera o presunta della donna”.

La vittima era alla mercé del marito, un trentatreenne, C.K., residente a Pagani. Nelle dichiarazioni rilasciate ai Carabinieri, la donna ha parlato di calci, pugni, violenze subite dall’uomo durante i suoi raptus di gelosia. Fino ad arrivare al giorno della tortura col liquido incandescente.

A scatenare la furia del trentatreenne presunti incontri con altri uomini che la donna avrebbe avuto mentre l’uomo era a lavoro. Un dramma della gelosia che poteva più volte sfociare in tragedia. Ma la donna è riuscita a fuggire dalla sua prigione. E si è rivolta ai Carabinieri per chiedere aiuto. Spinta anche dalla madre che, venuta a conoscenza delle condizioni nelle quali viveva la figlia, le ha suggerito di fuggire. Il trentatreenne è stato condannato a cinque anni e due mesi.

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