Non è ancora iniziata la messa in sicurezza della Resit. In questi giorni ci sono diversi operai all’interno della discarica ma non si tratta dell’inizio del lavori veri e propri. Il commissariato di governo, guidato da Mario De Biase,  ha predisposto delle nuove indagini per comprendere cosa ci sia nel sottosuolo, dove inizia la discarica e dove finisce, quanti metri di profondità è, se c’è o meno il telo nel fondo e fino a che punto i rifiuti si sono inoltrati.

 

Indagini necessarie per la progettazione esecutiva e l’apertura definitiva del cantiere. Già in queste ore è a lavoro la ditta aggiudicataria dell’appalto, un’associazione temporanea di imprese formata dalla “3r” e dalla “Ital recuperi”.  Le operazioni di questi giorni riguardano anche la rimozione delle tettoie interne all’invaso, l’analisi del sottosuolo e il trasferimento  dei beni di Cipriano Chianese all’agenzia dei beni sequestrati alla camorra.

 

I lavori di messa in sicurezza della discarica e dell’area inizieranno ufficialmente a metà novembre. Di bonifica non se ne parla. Gli interventi infatti riguardano tutt’altro. I costi troppo alti per il ripristino totale dei terreni hanno impedito tale tipo di intervento per questo si parla di semplice messa in sicurezza e nulla di più. I rifiuti resteranno lì in eterno ma almeno si tenterà di proteggere il sottosuolo che a quanto pare è già parzialmente compromesso. In questo modo, almeno, si argineranno ulteriori danni e l’inquinamento della falda acquifera.

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