Per mettere le mani sui suoi soldi e su collana e braccialetto, ha prima messo le mani nelle sue parti intime. La sexy ladra, che non ha esitato ad abbassarsi le mutandine davanti alla vittima designata, un attempato signore al quale aveva chiesto un passaggio in auto fino alla stazione, è finita a processo per questo e altri due furti compiuti fra l’agosto ed il settembre del 2014. Nell’udienza di ieri di fronte al giudice Anna Di Mascio sono comparsi due testimoni dell’accusa: una delle vittime e l’ispettore della Squadra mobile che ha indagato sui tre episodi, due furti aggravati e un furto con strappo dei quali la 29enne nomade Elena Ciurar è chiamata a rispondere.

 Il primo e più eclatante è proprio quello che l’ha vista usare il sesso come trappola. «Vuoi fare l’amore con me?», ha subito domandato una volta salita sulla macchina, prendendo poi l’iniziativa senza attendere la risposta dell’uomo, preso in contropiede da quell’eccesso di intraprendenza. La giovane di origine romena, allora 26enne, ha infatti iniziato a mettergli le mani dappertutto, toccandolo con insistenza. Nel frattempo, però, le sue mani sono volate agili anche nelle tasche dei pantaloni, dove hanno ghermito 200 euro in contanti, per poi balzare a polso e al collo, strappando via rispettivamente un bracciale d’oro e una catenina con un crocefisso per un valore stimato di circa 3mila euro.
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