Il Pd e i Giovani democratici di Mugnano tornano a chiedere le dimissioni del sindaco Giovanni Porcelli. L’ennesimo attacco di questo scorcio finale di consiliatura è sancito da un manifesto che campeggia, ormai da qualche giorno, sui muri della città. Il titolo non necessita di particolari interpretazioni: “Dimissioni!”.

 

Le defaillance amministrative evidenziate dal Pd. Le accuse mosse contro l’operato del primo cittadino, già da tempo in rotta di collisione con i vertici cittadini del suo ex partito, spaziano dall’affaire Munianum al commissariamento dei servizi sociali; dalla vicenda del bambino autistico della scuola Sequino alla gestione degli spazi e delle villette comunali. “Hai ridotto la città a uno stato di grave arretramento culturale, civile, sociale ed economico”, recita uno dei passaggi-chiave del manifesto. E ancora: “E’ giunto il momento che tu prenda atto di questo totale fallimento politico”. Un’offensiva, quella contro il sindaco in carica, che si trascina ormai da tempo e che si è fatta ancor più incalzante all’indomani delle dichiarazioni rilasciate dallo stesso Porcelli, che aveva fatto intendere – dopo un momentaneo flirt con Sel – di essere intenzionato a tesserarsi nuovamente con il Pd.

 

La voce critica all’interno del partito. La metodologia dell’attacco nei confronti del sindaco viene tuttavia contestata da Michele Curto, componente del direttivo dei democratici di Mugnano. “Il manifesto apparso in questi giorni non è stato condiviso con tutti i membri del direttivo – spiega – io ed altri non ne eravamo a conoscenza. Non condivido la modalità con cui è stata promossa l’iniziativa  e nemmeno il contenuto del manifesto, soprattutto in relazione alla vicenda Munianum. Come Pd – aggiunge Curto – dovremmo organizzare un’opposizione più costruttiva e non limitarci agli sterili attacchi alla persona”.

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