Back to 90’s, è decisamente il caso di dirlo. Siamo di nuovo di fronte ad un operazione nostalgia: il grande tormentone degli anni 90 è tornato con i suoi pigolii e le sue necessità. Il simulatore più famoso al mondo, al secolo Tamagotchi, è stato riportato in vita dalla Bandai (ora Namco Bandai) nella sua versione originale. L’hanno appena lanciata in Giappone a circa 16 euro, il prezzo originale a Tokyo e dintorni, da noi costava 24 mila lire.

Aki Maita, l’inventrice, aveva sempre voluto avere un animale domestico, un cucciolo da avere sempre vicino. Ed è proprio così che è nato il Tamagotchi nel 1996. Filologiche sono le funzioni: si tratta di far crescere un pulcino virtuale perdendosene cura. E se non lo si fa il pulcino muore, cosa che in Italia, ai tempi, scatenò infinite polemiche per il presunto impatto emotivo che quei decessi potevano avere sulle persone.

Ad ogni modo, a 21 anni di distanza possiamo contare 37 versioni realizzate, 76 milioni di pezzi venduti, diversi videogame, un paio di app, qualche film, fumetti e una serie animata. Maita non è stata promossa, né ha ricevuto bonus. Pare che nemmeno il marito le fece i complimenti, stando ad una intervista rilasciata dalla stessa Maita.

La nuova versione ha di diverso solo le dimensioni: sono la metà rispetto a quelle del 1996. Più piccolo quindi anche lo schermo, ora quadrato e non più rettangolare. Insomma, quello che ai tempi era un giocattolo tecnologico, oggi è diventato un vezzo per i nostalgici.
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