Pompei. Ancora assenteismo nei comuni. Stamani nell’ambito di una articolata indagine coordinata dalla Procura di Torre Annunziata, il personale della Polizia di Stato del Commissariato di Pompei ha dato esecuzione a una ordinanza emessa dal Gip del tribunale di Torre Annunziata, che ha disposto la misura cautelare della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio svolto presso il Comune di Pompei nei confronti di dipendenti comunali.

Si tratta di Barbato Roberto per mesi tre, lannuale Maria per mesi due, lovene Rita per mesi due, Izzo Giuseppe per mesi uno, Lanziere Isabella per mesi tre, Maio Dalila per mesi tre, Vangone Giuseppe per mesi due, Vollaro Luigi per mesi due. Contestualmente è stato notificato avviso di conclusione delle indagini preliminari, oltre che agli indagati raggiunti da misura interdittiva, anche ad altri 19 dipendenti comunali in ordine ai reati di truffa aggravata ai danni dello Stato e di falsa attestazione della presenza in servizio mediante modalità fraudolente.

Le indagini venivano avviate dal Commissariato P.S. di Pompei nel mese di aprile del 2015 a seguito di denunce relative a episodi di assenza ingiustificata dal lavoro di alcuni dipendenti in servizio al Comune di Pompei. Il monitoraggio di due dei sei apparecchi marca-tempo presenti negli uffici del Comune di Pompei, i numerosi e continui servizi di pedinamento e osservazione hanno consentito verificare, oltre al regolare svolgimento delle attività di servizio poste in essere da diversi dipendenti del Comune di Pompei, l’esistenza di una non trascurabile casistica, se si pensa al numero dei dipendenti pubblici indagati, di timbratura irregolare dei badge nonché casi di assenza ingiustificata durante l’orario servizio.

In particolare, è stato accertato che alcuni dipendenti, dopo aver segnalato la propria presenza in servizio, si allontanavano, immediatamente o nel corso della giornata, dalla struttura per poi farvi rientro dopo qualche ora (o frazione di ora) o talvolta alla fine della giornata lavorativa ed esclusivamente per segnalare l’uscita dal servizio; altri risultavano in servizio all’inizio della giornata lavorativa, benché le telecamere ne segnalassero l’arrivo circa mezz’ora dopo (o volte qualche ora dopo), grazie alla timbratura compiacente del collega di turno o, viceversa, risultavano in ufficio durante il periodo di rientro pomeridiano, sebbene avessero lasciato prima del termine del servizio la loro postazione.

Inoltre, la meticolosa attività di pedinamento, puntualmente documentata attraverso registrazioni video e fotografie, ha consentito di accertare come qualche indagato, nel periodo in cui aveva fatto figurare la sua presenza, era invece “impegnato” in altre attività, quali: effettuare acquisti in esercizi commerciali della zona, recarsi al bar o presso l’abitazione propria o di parenti e più in generale dedicarsi ad incombenze private.

Gli ufficiali del Commissariato di Pompei hanno acquisito anche i documenti inerenti la liquidazione dei compensi di natura retributiva in favore degli indagati per le prestazioni omesse con le modalità sopra descritte; documentazione che dimostra il conseguimento indebito, da parte degli stessi, di compensi di natura economica pur in mancanza di una corrispettiva prestazione lavorativa. L’attività di indagine ha in sostanza disvelato un diffuso e sistematico modus agenti dei dipendenti del Comune di Pompei i quali, con modalità diverse, si sono resi autori, durante il servizio, di condotte del tutto contraria ai doveri dei pubblici impiegati.

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