Hanno sempre più il fiato sul collo le multinazionali che aggirano il fisco. Google, Apple, Yahoo e tante altre sono infatti nel mirino dell’Ocse, l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. E proprio in queste ore, i paesi dell’Ocse e del G20 hanno raggiunto un accordo sulla lotta all’ottimizzazione fiscale delle multinazionali.

UN GIUGLIANESE – Il nome del programma, frutto dell’accordo tra Ocse e G20, è BEPS. Vi chiederete cosa c’entri il nostro territorio con un progetto di così ampio respiro. Ebbene, a capo del Beps c’è un giovane di Giugliano, Raffaele Russo. 37 anni, laureato alla Federico II, un master ad Amsterdam, in forza all’Ocse già da alcuni anni. Il progetto redatto dall’organizzazione parigina è un pacchetto storico di iniziative, una vera e propria svolta a livello internazionale nel mondo dell’imposizione fiscale targata anche Giugliano. Si propone infatti di sviluppare regole che impediscano alle grandi imprese di sfuggire alle tasse.

I VANTAGGI – L’obiettivo che Russo e il suo staff stanno portando avanti è di far sì che le società siano obbligate a riportare con chiarezza dove risiedono, dove fanno profitti in giro per il mondo, specificando l’informazione Paese per Paese. Riconfigurando il sistema fiscale e tassando queste multinazionali anche l’Italia avrebbe vantaggi da non sottovalutare. Con operazioni simili si potrebbero per esempio finanziare misure sociali come gli 80 euro stanziati dal governo Renzi.

L’OBIETTIVO DEL PROGETTO – Le azioni proposte dall’Ocse e che sono dunque anche frutto di un cervello del territorio, partono con l’affrontare problemi fiscali che derivano dallo sviluppo della “economia digitale”, i cui operatori varcano con estrema facilità i confini nazionali con evidenti ricadute per la tassazione, diretta e indiretta.

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