“Buona la prima”. Avrei voluto aprire il pezzo legato al post- partita tra Napoli e Juventus così, con un umore diverso però. L’ho fatto, ma con l’amaro in bocca di chi è soddisfatto a metà e sa che ha raccolto molto meno di quanto ha seminato. Gli uomini di Sarri ieri sera contro la Vecchia Signora sono stati perfetti ed è proprio per questo motivo che l’1 a 1 finale dà fastidio.

Aldilà della differenza di punti in classifica, aldilà degli obbiettivi, aldilà dei fischi ad Higuain (annullato da un sontuoso Albiol), ieri il Napoli ha dominato dal primo all’ultimo minuto e la Juventus non ha fatto altro che difendersi con nove/dieci uomini dietro la linea del pallone. Ci sarebbe da affrontare il discorso secondo il quale una squadra che vince gli scudetti da cinque anni non può giocare allo stesso modo del Palermo al San Paolo, però questo vorrebbe dire parlare di Juve e a noi proprio non interessa.

A noi interessano quelli in maglia azzurra e a loro, per ciò che concerne la partita di ieri, non gli si può proprio imputare nulla. Il goal del vantaggio bianconero è l’unico neo di una prestazione corale come non se ne vedevano da tempo. Proprio per questo a mente fredda, dodici ore dopo, si mastica amaro in casa Napoli. I numeri della gara sono impietosi: gli azzurri hanno tirato verso la porta ben 17 volte contro le 4 dei bianconeri, i passaggi riusciti degli uomini di Sarri sono 651, mentre quelli della banda di Allegri sono solo 385. Il possesso poi, imbarazzante, con 61% Napoli e 39% Juve.

Soddisfatti a metà dunque. Consapevoli dei propri mezzi, temibili come nessuno, ma non sempre concreti. Nei 17 tiri azzurri infatti, solo 4 hanno centrato la porta. Questo è un limite, se si pensa che la Juve è andata in goal nell’unica volta in cui ha tirato nello specchio della porta. Limite che segna il varco tra l’essere vincenti e il non esserlo.

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Intanto una certezza in più l’abbiamo: Higuain soffre la pressione antagonista del San Paolo. Ieri è apparso timido, incupito e tra l’altro, il suo sguardo era rivolto sempre verso il basso, come a non voler incrociarne altri noti. Il numero nove bianconero ieri è stato tallonato a vista dall’ex compagno di squadra Albiol che non gli ha concesso un minimo di profondità, costringendolo il più delle volte spalle alla porta.

Si mastica amaro dunque ma la possibilità di riscattarsi fortunatamente è a portata i mano. Oggi è già l’antivigilia del secondo atto di Napoli-Juventus, questa volta ci si gioca la finale di Coppa Italia. Per passare bisogna fare due goal e subirne zero. Servirà un Napoli perfetto; ieri lo è stato a metà. “Buona la prima dunque”, ma la seconda dovrà essere buonissima.

di Roberto Rossi

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