Sembra esser diventato un affare di Stato, tanto da far scomodare autorevoli esponenti della politica regionale. La notizia del provvedimento disciplinare (sei mesi di sospensione dal lavoro) emesso nei confronti dell’avvocato Tiziana Di Grezia, responsabile dell’ufficio legale del Comune nonché membro dell’organismo indipendente di valutazione della Regione (OIV), è arrivata fino ai piani alti di Palazzo Santa Lucia e nei corridoi e negli uffici del Centro direzionale. E più di uno, tra assessori regionali molto vicini al primo cittadino di Marano, uno di area centrista, e finanche (si sussurra) i più stretti collaboratori del presidente della Regione si sarebbero-si sono interessati al caso. Ma perché tutto questo interesse per una vicenda che, almeno sotto il profilo giuridico-amministrativo, è di una chiarezza disarmante?

I fatti. L’avvocato in questione è infatti destinatario di un provvedimento disciplinare per aver – tanto per usare un eufemismo – chiuso un occhio nei riguardi di un legale che, per molto tempo e senza alcuna autorizzazione scritta, ha usufruito dei locali del Comune (ufficio legale), svolgendo la propria attività in quel luogo, e costituendosi (in alcune occasioni) in giudizio a difesa degli interessi dell’Ente, pur non essendo convenzionato con esso. Vicende, fatti descritti e contenuti in relazioni finite nelle mani dei dirigenti comunali, che soltanto dopo aver tentato la strada bonaria hanno dato il la e poi concluso l’iter del procedimento disciplinare. L’interessamento delle ultime ore, già precedute da pressioni più o meno evidenti esercitate da un consigliere comunale di maggioranza e da un altro esponente regionale, sta a significare almeno due cose: che in ballo ci sono interessi di non poco conto (il controllo dell’ufficio legale è strategico per più di una motivazione) e che le sorti lavorative della persona oggetto del provvedimento stanno a cuore a più di qualcuno.
Tanto rumore a livello regionale, tanto silenzio a livello comunale. Nessun commento, nessuna dichiarazione, nessuna nota è stata infatti diramata dai partiti locali, di maggioranza e di opposizione, né tanto meno dagli esponenti dell’amministrazione cittadina. Il motivo? Semplice quieto vivere da un lato, l’impossibilità di criticare o commentare l’operato di un funzionario che è stato stabilizzato (procedura di assunzione a tempo indeterminato) a suo tempo, e con una procedura molto contestata, anche con l’avallo (più o meno esplicito) di attuali consiglieri e rappresentanti dei partiti. Cosa accadrà d’ora in avanti? Il responsabile del settore legale potrà impugnare il provvedimento (che non si può più cambiare, anche perché c’è un’informativa già inviata alla Procura della Repubblica di Napoli nord di Aversa) davanti al giudice del lavoro oppure tentare la strada della conciliazione, che potrebbe garantirle uno sconto (due o tre mesi) della sanzione amministrativa.
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