Via alla terza edizione della Triennale di Roma. La esposizione vede tra i suoi organizzatori critici d’arte di fama mondiale come Achille Bonito Oliva e Radini Tedeschi, con il catalogo curato dal Vittorio Sgarbi, e ha la sua location al Vittoriale di Roma .
Il tema è la ricerca di un uomo nuovo chiamato a risvegliare la nuova civiltà e a reinterpretarla, come scrive Vittorio Sgarbi,  nell’illustrare la tematica della manifestazione che ha come obiettivo la ricerca artistica tesa a  “ provare a trasfigurare l’astratto”.
La manifestazione ha trovato ampio spazio nelle testate nazionali come Il Tempo di Roma, Il Giornale, nella rassegna di SKY arte,  con interviste trasmesse dal TG3 Lazio ed articoli ne il Venerdì di Repubblica, sezione grandi mostre e nel settimanale l’Espresso. La manifestazione patrocinata dall’Istituto di Storia del Risorgimento Italiano si articola su una area di circa 1000 metri quadrati e con opere di 235 artisti tra i quali la giuglianese Cinzia Orabona.
Cinzia Orabona vive e opera nella nostra città penetrandola quotidianamente nella sua parte più antica e assorbendone la storia e cultura ma soprattutto la antica tolleranza e la visione multietnica e tollerante, che Cinzia esprime nelle sue opere dove, con una visione dematerializzata, trasmette le sensazioni che l’animo umano prova dinanzi alle grandi tragedie della nostra epoca. Il viaggio di migliaia di persone per fuggire da guerre e miserie rappresentato con la sensazione di un naviglio carico di uomini ma soprattutto di vite, di cuori, di affetti, di anime, trasferisce, a chi si sofferma a percepirne le essenze, il tormento dell’artista che vorrebbe trasformare, con un colpo di pennello, una tragedia in una lietezza.
La partecipazione alla triennale di Roma è l’ultimo successo di una lunga carriera che  ha portato Cinzia ad esporre sia in Italia che all’estero.
Possiamo annoverare Cinzia tra gli orgogli giuglianesi.
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