Si è concluso con una condanna di 3 anni e quattro mesi di reclusione il processo a carico di Mohamed Kamel Eddine Khemiri, tunisino di 41 anni residente in provincia di Caserta, in carcere dall’agosto dell’anno scorso con l’accusa di aver procurato documenti falsi ai clandestini e da poco rinviato con l’accusa di terrorismo che lo vedrà avanti alla Corte di Napoli ad aprile.

Il pubblico ministero aveva richiesto 4 anni di reclusione a nei prossimi giorni il suo penale, Fabio Della Corte, presenterà un’istanza per gli arresti domiciliari.  Per la Procura l’uomo è un militante dell’Isis, dedito, come spiega anche Il Mattino, al «proselitismo in favore delle organizzazioni di matrice islamista», e va processato per il reato di terrorismo internazionale.

In un primo momento nell’inchiesta non erano emersi elementi sufficienti per considerarlo un reclutatore di kamikaze. Ma il pubblico ministero napoletano Luigi Alberto Cannavale aveva chiesto ugualmente il rinvio a giudizio, soprattutto dopo che lo stesso Khemiri – per mesi ospitato in un appartamento sopra la moschea di San Marcellino di cui era il custode – aveva in qualche modo ammesso la sua adesione allo Stato islamico.

Sul conto di Khemiri, inoltre, i carabinieri del Ros avevano intercettato diverse conversazioni e messaggi diffusi via Facebook.

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