Furono progettati, finanziati e presero persino avvio i lavori su via Appia. Un progetto da 13 milioni di euro che avrebbe dato respiro a una delle strade killer nell’area a nord di Napoli che appena la scorsa settimana ha visto la morte della giovane Debora Menale. Un sistema fognario che da via Signorelli sarebbe giunto sino a via Appia che avrebbe dovuto realizzare l’Eav, una sorta di ristoro per le due stazioni metro di Giugliano e Melito.

Questo che vedete nelle immagini è proprio quel progetto che nel 2010 improvvisamente fu stoppato. Sì perché i lavori furono avviati partendo dall’incrocio con via Oasi Sacro Cuore e furono solo installati i primi tubi per il nuovo sistema fognario al centro della carreggiata. Realizzata quella prima parte iniziarono i problemi tra Eav e Regione e la ditta non proseguì i lavori. L’asse viario fu rattoppato alla meno peggio e oggi dopo sette anni tutto è ancora fermo nei cassetti della società di trasporti campana. L’unica parte realizzata è quella della strada proprio di fianco la metro realizzata ex novo. Chi sono i responsabili di quel disastro chiamato via Appia? Quante denunce ancora dovranno essere fatte e quanti morti ancora dovranno esserci?

Non avendo dunque provveduto alla realizzazione di un nuovo sistema fognario, la stazione metro ad oggi immette i suoi scarichi sulla rete fognaria già presente su via Colonne che così alla minima pioggia diventa un fiume in piena. Per non parlare di via Appia: se tutto fosse stato portato a termine oggi ci saremmo trovati con un’asse viario che per percorrerlo non bisognerebbe fare slalom tra decine e decine di buche, con un impianto di pubblica illuminazione e delle fogne che avrebbero evitato lo scempio a cui sono costretti automobilisti rendendo quell’arteria una strada da paese civile. Ma così non è e via Appia resta e chissà ancora per quanto resterà una strada killer.

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