Addio Pomigliano, la produzione della Panda traslocherà, probabilmente a Tychy in Polonia dove tanto successo ebbe la generazione precedente.  “Oggi non cambiamo nulla, la fabbrica produce bene”, ha spiegato Marchionne al Salone dell’auto di Ginevra, “certo la futura Panda non la faremo a Pomigliano e neppure in Italia. Con tutto il rispetto, Pomigliano sa fare di meglio”.

Il top manager ha spiegato che la Fiat Panda, per la seconda volta nella sua vita, emigrerà lasciando lo stabilimento di Pomigliano a modelli di più elevato valore e fatturato. Nonostante sotto la guida dell’attuale aministratore gli stabilimenti italiani siano tornati a livelli di produttività adeguati, tanto da consentire il rientro di molti dipendenti dalla cassa integrazione, l’annuncio è bastato per scatenare numerose reazioni e anche qualche polemica fra i sindacati. Le sigle che hanno appoggiato il piano di rilancio hanno accolto con favore il nuovo cambiamento, gli altri l’hanno visto come un disimpegno verso il nostro paese.

Marchionne ha spiegato che non emigrerà certo l’attuale modello che va ancora bene, ma l’erede, la futura generazione, attesa per il 2019-2020 quando il ceo avrà lasciato l’incarico. L’ intento è quello di far diventare l’Italia la tana dei marchi premium, quelli che generano più fatturato e consentono esportazioni verso altri continenti.

“Chiediamo a Marchionne di conoscere il piano industriale e garanzie occupazionali e di riconversione dell’attività produttiva per lo stabilimento di Pomigliano”. Questa una delle prime reazioni politiche alle parole di Marchionne.

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