Si ritorna a parlare di Terra dei fuochi e si ritorna a parlare di Giugliano. Ilfattoquotidiano.it a firma di Nello Trocchia ha pubblicato un articolo nel quale scrive che sorgerà a Giugliano il primo impianto per il trattamento dei rifiuti umidi. L’appalto è stato aggiudicato alla De Vizia Transfer Spa, società con sede legale a Torino.

La notizia potrebbe essere una di quelle per cui gioire, per quanto possibile in questa terra, dato che secondo il commissario preposto alla realizzazione di impianti di digestione anaerobica, Pasquale Manzo, grazie a questa struttura i comuni pagheranno 97 euro a tonnellata per conferire i rifiuti umidi mentre oggi ne pagano oltre 150. Ma la notizia sembra tutt’altro che positiva. Come riporta il fattoquotidiano, Emilio De Vizia, consigliere della società, è stato condannato in primo grado a 6 mesi per omissioni d’atti d’ufficio nel processo per la gestione di una discarica in provincia di Avellino. Per i giudici, da vicepresidente della società mista Asi-dev non ha ottemperato alla messa in sicurezza e alla gestione della fase post mortem dell’invaso come disposto da un’ordinanza commissariale. Il Tribunale ha concesso la sospensione condizionale della pena. Un processo che contestava una sfilza di altri reati, in gran parte prescritti. Contro la condanna De Vizia ha fatto ricorso in appello.

Secondo ilfattoquotidiano, le grane giudiziarie del gruppo però sembrano non finire qui. Vincenzo De Vizia, presidente del consiglio di amministrazione della De Vizia spa, e Nicola De Vizia, consigliere del cda, invece, sono indagati per frode in pubbliche forniture e truffa in una inchiesta della Procura di Latina per la gestione dei rifiuti sull’isola di Ponza. Proprio Nicola De Vizia è indagato anche in un’altra indagine per presunte irregolarità nella gestione dell’appalto dei rifiuti a Gaeta.

Ancora non è finita. Vincenzo De Vizia è imputato per disastro ambientale e traffico illecito di rifiuti, nel processo in corso davanti al Tribunale di Salerno nell’inchiesta denominata Chernobyl. La proprietà ha sempre ribadito l’estraneità alle accuse e di aver agito nel rispetto delle norme ambientali. In un’altra inchiesta, in questo caso della Procura di Napoli, sulla bonifica di Bagnoli, all’esito dell’udienza preliminare i De Vizia, sono stati prosciolti.

Ora, in attesa della valutazione di impatto ambientale da parte della regione, la società dovrà provvedere alla costruzione e gestione dell’impianto a Giugliano per 15 anni prima della cessione agli enti pubblici. L’impianto dovrà trattare 40mila tonnellate all’anno, in cambio degli introiti fissati per il conferimento e la cessione di energia.

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