Un vino a denominazione d’origine controllata prodotto sui terreni confiscati alla camorra e gestiti dalla cooperativa sociale (R)esistenza. A riuscire nell’impresa il gruppo di giovani che, già da qualche anno, gestisce il fondo rustico Selva Lacandona, intitolato alla memoria di Amato Lamberti.

I terreni, situati in un lembo di terra al confine tra il comune di Marano e il quartiere di Chiaiano, sono stati sottratti, circa 13 anni fa, al clan Polverino-Nuvoletta. “La Falanghina Selva Lacandona – c’è scritto sull’etichetta del prodotto che si fregia del marchio Doc – nasce dal lavoro appassionato della Cooperativa e grazie al lavoro di un gruppo di ragazzi a rischio e dei tanti volontari. Il vino Doc Selva Lacandona ha il sapore schietto del riscatto sociale e dell’onesto lavoro agricolo”

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